Zoncolan, progetto da 2,5 milioni per neve artificiale. E intanto le temperature salgono

Udine – Per il Monte Zoncolan, una delle principali mete sciistiche del Friuli Venezia Giulia, la Regione ha recentemente approvato il progetto di un nuovo bacino per l’innevamento artificiale, un intervento da 2,5 milioni di euro per migliorare l’offerta turistica invernale.

Questo progetto, inserito in un più ampio pacchetto di investimenti per 4,1 milioni di euro destinati a PromoturismoFvg – che prevede anche l’ammodernamento del palaghiaccio di Piancavallo – mira a contrastare la mancanza di neve che, negli ultimi anni, ha messo in difficoltà il settore sciistico della regione.

Secondo il programma, il bacino dovrà avere una capacità di 30.000 metri cubi, consentendo la produzione di neve artificiale per garantire piste praticabili anche in caso di scarsità di nevicate naturali.

Tuttavia, questa iniziativa solleva dubbi e preoccupazioni legati ai cambiamenti climatici in corso. Nonostante l’investimento significativo, molti si chiedono se sia davvero una soluzione sostenibile a lungo termine.

Innalzamento record delle temperature

Negli ultimi anni, il Monte Zoncolan ha registrato un aumento preoccupante delle temperature medie, parte di un trend globale che sta alterando profondamente le condizioni climatiche delle regioni montane.

I dati del 2024 evidenziano un’anomalia termica di +1,8°C rispetto alla media storica, segnando l’anno più caldo mai registrato in quest’area. Le temperature medie hanno raggiunto i 6,9°C nei primi nove mesi dell’anno, un valore che rende sempre più difficile contare sul freddo necessario per produrre neve artificiale.

Produzione di neve: servono precise condizioni

La produzione di neve richiede condizioni climatiche precise, con temperature che devono mantenersi tra i -2°C e -8°C. Se le temperature sono superiori, l’acqua spruzzata dagli impianti di innevamento non riesce a trasformarsi in neve, diventando pioggia.

Nonostante i progressi tecnologici, che permettono ad alcuni impianti di operare anche con temperature leggermente sopra lo zero, il riscaldamento globale rende sempre più complessa e costosa la gestione delle piste da sci.

Altri effetti del global warming sulla montagna

Il riscaldamento sta avendo anche altri impatti ambientali significativi sulla montagna. La fusione del permafrost, la scomparsa di ghiacciai e la trasformazione degli ecosistemi locali sono solo alcuni degli effetti di questo fenomeno.

Il feedback climatico, ossia il meccanismo secondo cui la riduzione della copertura nevosa amplifica il riscaldamento globale, aggrava ulteriormente la situazione. Gli inverni più miti e la diminuzione dei giorni di freddo mettono in seria discussione la sostenibilità del turismo invernale tradizionale nella regione.

Ripensare l’offerta turistica

Alla luce di questi cambiamenti, molti esperti e ambientalisti sostengono che, anziché puntare solo su costose soluzioni di innevamento artificiale, sia necessario un ripensamento delle strategie turistiche della zona. Sviluppare attività che non dipendano esclusivamente dalla neve, come l’escursionismo, il mountain biking e altre forme di turismo sostenibile, potrebbe offrire una soluzione più a lungo termine e meno vulnerabile ai cambiamenti climatici.

L’investimento nel nuovo bacino riflette l’urgenza di mantenere competitivo il settore sciistico, ma non risponde appieno alle sfide poste dal riscaldamento globale. Il rischio, dicono i critici, è di investire in infrastrutture che potrebbero rivelarsi inutili se le condizioni climatiche continueranno a peggiorare.

Per saperne di più:

https://www.snpambiente.it/snpa/arpa-fvg/montagna-e-cambiamenti-climatici-il-2024-lanno-finora-piu-caldo-e-i-segnali-dal-clima-in-fvg/

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