Wole Soyinka vince il Premio Crédit Agricole FriulAdria “La storia in un romanzo”
Pordenone – Il Premio Crédit Agricole FriulAdria La storia in un romanzo va quest’anno allo scrittore nigeriano Wole Soyinka.
Premio Nobel 1986 per la Letteratura, romanziere di fama mondiale, poeta e autore di saggi fondamentali sulla cultura e sul mito africani, Wole Soyinka è uno dei massimi scrittori viventi di lingua inglese ed è considerato il più grande drammaturgo africano.
«Ha saputo raccontare il sostrato mitico della realtà africana con la coscienza letteraria di un autore profondamente immerso nella cultura europea novecentesca – recitano le motivazioni del Premio – Mescolando immagini della millenaria tradizione yoruba e della cultura classica occidentale, Soyinka in un’ampia prospettiva culturale e con una poetica fuori dagli schemi, come evidenziavano anche le motivazioni del premio Nobel, ha messo a fuoco il dramma dell’esistenza, catturando lo spirito creativo travolgente della sua terra natìa e della sua gente».
Giunto alla sua 10ª edizione, il Premio Crédit Agricole FriulAdria La storia in un romanzo era stato assegnato nelle scorse edizioni, dal 2008 ad oggi, ad Arturo Peréz-Reverte, Abraham Yehoshua, Art Spiegelman, Alessandro Baricco, Ian McEwan, Martin Amis, Umberto Eco, Emmanuel Carrère e Javier Cercas.
Il riconoscimento è stato consegnato a Wole Soyinka sabato 16 settembre al Teatro Verdi dalla presidente Chiara Mio.
È seguito l’incontro di Soyinka con il pubblico di pordenonelegge sui legami fra il romanzo e la storia, a partire anche dalla riedizione del suo primo e fortunato romanzo “Gli interpreti”, in uscita imminente per Jaca Book.
Crédit Agricole FriulAdria è artefice della collaborazione fra due grandi eventi culturali del Friuli Venezia Giulia: pordenonelegge e il Premio giornalistico internazionale Marco Luchetta, che nei giorni scorsi aveva consegnato al giornalista Corrado Formigli il Premio “Testimoni della Storia” 2017.
Wole Soyinka, nigeriano Yoruba, è nato ad Abeokuta, in Nigeria, nel 1934. Ha studiato sia nel suo paese natale – a Ibadan, dove ha svolto ricerche sul teatro, e a Ife, presso la cui università ha tenuto un lettorato di letteratura inglese – sia in Inghilterra.
Dopo aver lavorato al Royal Court Theatre di Londra è tornato nel 1960 in Nigeria. Tra i fondatori del Black Orpheus, tra gli anni ’60 e i ’90 Jaca Book ha pubblicato per la prima volta in italiano gran parte della sua produzione teatrale e narrativa: i due volumi Teatro, 1: Il leone e la perla. Pazzi e specialisti. La morte e il cavaliere del Re (1979) e Teatro, 2: Danza della foresta. La strada. Il raccolto di Kongi (1980), e i romanzi Gli interpreti (1979/2017), Stagione di anomia (1981), L’uomo è morto (1986/2017), La morte e il cavaliere del Re (1994), Aké. Gli anni dell’infanzia (1995), Isarà: intorno a mio padre (1996) e La strada (1997), e la raccolta di saggi Mito e letteratura. Nell’orizzonte culturale africano (1995).
Vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 1986, è vissuto in esilio a Parigi e in California; ha rapporti con le università di Harvard e del Nevada. All’università di Leeds, dove ha studiato negli anni ’50, c’è una cattedra di teatro che porta il suo nome.
Nel 2014 è stato insignito del prestigioso International Humanist Award. Jaca Book ha di recente riproposto nella collana di narrativa internazionale “Calabuig” il suo romanzo “L’uomo è morto” con una traduzione riveduta da Carla Muschio e con un testo di Luigi Sampietro. In uscita a breve nella stessa collana Gli Interpreti.