WeWorld Index Italia 2025 sul miglioramento dei diritti di donne e minori: il FVG al secondo posto
Roma – Oltre un minore su quattro in Italia è a rischio povertà o esclusione sociale. Le donne, specialmente quelle con figli nel Sud del Paese, sono tra le più penalizzate: le disparità territoriali e di genere restano marcate, con un divario sempre più evidente tra Nord e Sud. Lo evidenzia il WeWorld Index Italia 2025, un indice statistico composito sviluppato dall’organizzazione non governativa WeWorld Onlus, che valuta l’implementazione dei diritti umani per donne e bambini nelle diverse regioni italiane.
Il rapporto, giunto alla sua quarta edizione, assegna all’Italia un punteggio appena sufficiente, con le donne che registrano la performance peggiore: 42,4 su 100. Questo dato le conferma come il gruppo sociale più vulnerabile, soggetto a marginalizzazione e violazione dei diritti. Particolarmente critica la situazione per le madri del Mezzogiorno, dove il tasso di occupazione per chi ha figli non supera il 69,5%, e in Sicilia scende al 61%.
Il Friuli Venezia Giulia al secondo posto
L’analisi del WeWorld Index evidenzia una forte disomogeneità tra le regioni italiane. La Provincia Autonoma di Trento si conferma al vertice con un punteggio di 67,3, seguita da Friuli Venezia Giulia (64,9), Valle d’Aosta ed Emilia-Romagna (63,6). La Toscana guadagna posizioni, passando dal nono al quinto posto con 63,3 punti. Al contrario, Sicilia (38,3), Campania (39,4) e Calabria (41,8) occupano gli ultimi posti, mostrando gravi carenze strutturali.
La nostra regione si distingue nel contrasto alla povertà educativa (punteggio 85.9), ma presenta delle criticità nelle dimensioni dell’assistenza pediatrica 0-13 anni (45.2), delle opportunità economiche per le donne (42.5) e dell’ambiente (53,5).
Politiche familiari inadeguate
Il rapporto sottolinea come in Italia manchino politiche efficaci a sostegno delle famiglie. L’insufficienza dei servizi socioeducativi, specie nel Sud (fermi al 17,3% contro l’obiettivo europeo del 45%), rende difficile la conciliazione tra lavoro e vita privata. Anche il Nord, pur registrando risultati migliori, non raggiunge livelli ottimali, a conferma di un sistema ancora poco attento alle esigenze di infanzia e genitorialità.
Un nodo cruciale riguarda la distribuzione del lavoro di cura. Il WeWorld Index evidenzia come l’Italia non sia un Paese a misura di padri: il congedo di paternità è ancora troppo breve e il congedo parentale poco retribuito. Questo si traduce in un carico sproporzionato sulle madri, penalizzandone l’accesso al lavoro e aggravando il divario di genere.
Secondo WeWorld, la chiave per un vero progresso nelle politiche sociali sta nel superamento di modelli familiari rigidi e nell’introduzione di misure strutturali. “Sentiamo parlare di famiglia nel dibattito politico, ma le famiglie reali – madri che lottano per conciliare lavoro e vita privata, padri che vorrebbero essere più presenti, bambini privi di servizi essenziali – restano fuori dalle priorità del Paese”, afferma Dina Taddia, Consigliera Delegata di WeWorld.
Investire in servizi educativi, garantire pari opportunità e redistribuire equamente il lavoro di cura: questi i passi fondamentali che WeWorld indica per ridurre le disuguaglianze e costruire un futuro più equo per donne e bambini.