Vittime della piena del Natisone, la Procura apre un’inchiesta su tempestività dei soccorsi
Udine – Mentre familiari, istituzioni e semplici cittadini si stanno recando presso la camera ardente al cimitero di San Vito a Udine per rendere omaggio alle due vittime della piena del Natisone, le giovani Bianca Doros e Patrizia Cormos, la Procura di Udine ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo contro ignoti.
Sono al vaglio eventuali condotte omissive nella catena dei soccorsi. Secondo quanto si apprende, Patrizia Cormos chiamò quattro volte il 112.
Lo ha comunicato il Procuratore della Repubblica di Udine, Massimo Lia, nella conferenza stampa sulla vicenda delle due ragazze morte a causa della piena del Natisone e sul terzo ragazzo ancora disperso, per il quale le ricerche sono tuttora in corso.
“Condurremo tutti gli accertamenti del caso – ha aggiunto il Procuratore -, per accertare se i soccorsi sono stati tempestivi. Mi preme, però, segnalare che, allo stato attuale, non ci sono elementi specifici che ci fanno andare in questa direzione, ma le verifiche sono in fase iniziale”.
Al vaglio degli inquirenti anche la cartellonistica che avvisa del divieto di balneazione e del pericolo di annegamento.
Il tratto del Natisone che scorre nei pressi di Premariacco è infatti particolarmente insidioso dato che immediatamente a monte del Ponte Romano il fiume forma una stretta forra prima di raggiungere il tratto pianeggiante e rallentare il suo corso.
In seguito a piogge torrenziali come quelle verificatesi tra giovedì 30 e venerdì 31 maggio – era in corso l’allerta meteo gialla – il fiume può raggiungere in poche ore livelli anche decine di volte superiori a quelli normali, che la forra non riesce ad arginare, e, giungendo a valle, dare luogo a ondate di piena devastanti.
Questi fenomeni si sono purtroppo verificati a più riprese e sono documentati sin dal Medioevo.
Per saperne di più: Contratto di fiume Natisone