Un commento ad un fatto difficilmente commentabile

Trieste – Dire che siamo sconvolti e sgomenti è troppo poco, quanto sta accadendo in termini di violenza, esercitata o subita, dai nostri giovani, ci risulta non credibile, del tutto irreale, per cui la richiesta di spiegazioni si fa largo con un solo grande interrogativo: perché? Nessuno è in grado di dare risposte esaurienti, ma l’unica cosa da non fare è di dimenticare e mettere nella cantina dei nostri pensieri questo problema. L’ultimo episodio della strage famigliare di Paderno supera poi ogni più truce considerazione, si entra in categorie mentali oscure e non completamente decifrabili.

Eppure si deve ragionarci sopra  e si deve farlo insieme, perché, ci piaccia o no, sia di moda o no, siamo una comunità e non un campo di battaglia di primitivi al grido di “si salvi chi può”. Allora proviamoci, certo con tanta umiltà, sapendo di non poter esaudire la domanda delle tante  spiegazioni che vorremmo avere, ma almeno di averci provato.

Certi gesti nascono da una mente in grave crisi, uno stato di insoddisfazione e di oscuramento, che può determinare scompensi spesso non percepibili da altri, anche se legati da affetti importanti. Gli psicologi e gli psichiatri ci dicono di cogliere alcuni segnali di sofferenza mentale, che, se non capiti, dilagano. Vero, ma forse non è sempre facile cogliere simili anomalie psichiche in soggetti in evoluzione come gli adolescenti. La malattia mentale rimane un campo di esplorazione scientifica davvero confuso e inquietante, passi ne sono stati fatti, vedi la grande esperienza del dottor Basaglia, ma molti aspetti vanno ancora approfonditi.

Siamo comunque una società altamente disaggregata, dove infuria una grave mania egocentrica, che rende ciechi. Senza gli altri o contro gli altri, viviamo male, preda di convulsioni e paure , che alimentano la conflittualità.

Sembra poi che il tempo del Covid abbia lasciato molte tracce depressive  soprattutto nei giovani , alimentando un senso di negatività della vita e l’idea che sia colpa degli altri, anche i più cari, il tuo stato di confusione e di smarrimento.

E poi mettiamo giù la carta del pessimismo, che adulti e anziani, spesso trasmettono con frasi e declamazioni quotidiane sul destino cinico e baro, sul futuro che non ci sarà o sarà terribile. Vittime certo dei notiziari mediatici, che ci portano a pensare ogni giorno al peggio, eppure anche carnefici, per il contagio tenebroso che diffondiamo.

Alcuni giovani spesso più sensibili o intuitivi, abbassano la guardia, vedono fosco e declinano in vari modi. Tali episodi poi aprono la porta della comunicazione tra gli umani in ogni luogo, sia la famiglia, sia la scuola, sia lo sport, siano le parrocchie , siano tutti gli ambienti formativi sociali. Creare un clima tossico e senza speranza, chiuso ad una vera comunicazione, significa scendere nelle caverne della tristezza, dove non c’è confronto, magari anche vivace, ma solo silenzio , finzione o illusione. E poi anche violenza.

Visto che è impossibile capire i tanti perché, vediamo di incrociare almeno le varie opportunità di riscatto e di ripartenza. Prima di tutto uno sguardo attento e intensamente affettivo verso i ragazzi, come genitori li abbiamo in prestito, non in proprietà. Non tutto è prevedibile, ma, sapendo donare molto tempo, e non in fretta e furia, stiamo regalando ai figli, nipoti, studenti che siano, uno scenario di compostezza e di simpatia verso la vita di tutti. Se non rompiamo poi il cerchio piccolo e limitato dei nostri progetti privati e non li interessiamo a vedere il positivo di questo mondo e a batterci per farlo crescere, li stiamo tradendo. Il peso della calamità, delle guerre, dei disastri epocali,  se non compensati dalla speranza e dall’impegno altruistico, schiaccia noi e schiaccia loro, che sono meno difesi di noi. Ha scritto la scrittrice e filosofa, Christiane Singer: “Siamo chiamati ad uscire dai nostri nascondigli polverosi, dalle nostre  fortezze sicure e ad accogliere in noi la speranza folle, fragile, accecante, di un mondo nuovo”.

 Silvano Magnelli 

 

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