Un centinaio di persone detenute si sono ribellate nel carcere di Trieste. Alcuni feriti in modo non grave
Trieste – Una rivolta è scoppiata all’interno della casa circondariale “Ernesto Mari” in via del Coroneo a Trieste intorno alle 19.30 di giovedì 11 luglio.
Le persone detenute hanno iniziato a lanciare oggetti per strada e hanno dato fuoco ad alcuni arredi, causando un incendio. Successivamente, si sono barricati in un piano basso della struttura per impedire l’accesso a chiunque.
Polizia di Stato, Carabinieri, Esercito e Vigili del Fuoco sono intervenuti immediatamente, bloccando via Coroneo e le strade limitrofe per ragioni di sicurezza. I cittadini presenti sono stati allontanati e la zona è stata delimitata con due mezzi blindati.
La rivolta è scoppiata a causa delle pessime condizioni igieniche e sanitarie del carcere, del caldo e del sovraffollamento. Oltre 100 delle 260 persone detenute, in un carcere che potrebbe ospitarne al massimo 150, hanno partecipato alla protesta, lamentando il sovraffollamento aggravato dall’ondata di calore.
Alle 23:10, grazie alla mediazione curata dal magistrato di sorveglianza con l’avvocato delle Camere penali e la Garante dei diritti dei detenuti di Trieste Elisabetta Burla, l’emergenza è rientrata.
Il Questore ha precisato che, contrariamente a quanto riportato inizialmente dai media, non c’è stata alcuna irruzione e non c’è stato lancio di gas lacrimogeni.
Il Prefetto, Pietro Signoriello, nella serata di giovedì ha immediatamente convocato il Comitato ordine e sicurezza pubblica, poi tutti insieme hanno seguito l’andamento della mediazione.
Appena la notizia della rivolta si è diffusa, l’Azienda sanitaria universitaria giuliano-isontina (Asugi) ha attivato il Piano interno per le maxi emergenze, preparando 10 ambulanze e 1 auto medica per gestire eventuali feriti. Tutto il personale sanitario si è reso disponibile fin da subito.
Per potenziare la copertura sanitaria è stata attivata un’ulteriore auto medica per le emergenze non legate alla rivolta.
Sono stati trasportati al Pronto Soccorso 6 pazienti: 4 per malori, 1 per intossicazione da fumo e 2 persone detenute con cardiopatie trasferite fuori dal carcere per sicurezza. Per tutta la notte, un’ambulanza è rimasta fuori dal carcere per garantire assistenza sanitaria in caso di ulteriori necessità.
Attualmente risultano ricoverate due persone presso medicina d’urgenza, non in pericolo di vita, mentre altri 3 pazienti precedentemente in osservazione presso il Pronto Soccorso di Cattinara sono stati dimessi durante la mattinata di venerdì 12 luglio. Ulteriori 3 persone, dopo le cure del caso, sono già state dimesse.