Tutela dell’acqua bene comune, convegno a Corno di Rosazzo sui Contratti di Fiume

Corno di Rosazzo (Ud) – Si è svolto mercoledì 13 novembre a Corno di Rosazzo, nella suggestiva villa Nachini Cabassi, un Convegno dal titolo “Contratti di Fiume, processi per la gestione ordinaria del bene comune acqua in una regione di confine. Guardando a GO!2025”, in cui si è fatto il punto su questo strumento partecipativo per la gestione delle acque.

La tutela e gestione delle risorse idriche, un patrimonio prezioso che costituisce appena il 3% di tutta l’acqua sulla Terra, è un tema di urgente rilevanza ambientale. Questo esiguo 3% di acqua dolce è fondamentale per l’umanità, ma, per proteggerlo e valorizzarlo, sono necessari sforzi e politiche concrete. Tra queste iniziative emergono i Contratti di Fiume, uno strumento innovativo di pianificazione condivisa che promuove la gestione sostenibile dei corsi d’acqua e del territorio circostante.

Cosa sono i Contratti di Fiume?

I Contratti di Fiume rappresentano una forma di accordo collettivo e volontario che coinvolge diverse realtà, tra cui istituzioni pubbliche, associazioni, cittadini e rappresentanti del settore privato. Si tratta di uno strumento di politica partecipativa in cui tutti gli attori, uniti dall’interesse comune per il benessere ambientale, collaborano alla tutela e valorizzazione dei fiumi.

Questo processo non solo ha l’obiettivo di preservare il territorio, ma anche di garantire che le acque siano fonte di sviluppo sostenibile, rispettando sia l’ambiente naturale che le esigenze delle comunità locali. In Friuli Venezia Giulia, dove l’acqua è un’importante risorsa economica e non da ultimo turistica, l’adozione dei Contratti di Fiume ha già portato alla nascita di sette accordi attivi e alla pianificazione di altri quattro e forse cinque nuovi progetti, come ha spiegato il prof. Francesco Visentin, geografo dell’Università di Udine che svolge il ruolo di coordinatore regionale per i Contratti.

Un impegno regionale per la sicurezza e la valorizzazione dei fiumi

Durante il convegno, Mauro Bordin, presidente del Consiglio regionale, ha ricordato che l’acqua è un bene prezioso sotto tutti gli aspetti: ambientale, turistico ed economico. Ha anche evidenziato come i cambiamenti climatici in corso stiano aumentando il rischio idrogeologico, rendendo indispensabili interventi di mitigazione, come ad esempio il canale scolmatore del Corno, che ha dato ottimi risultati negli ultimi vent’anni.

Questi interventi – ha rimarcato Bordin – non solo proteggono il territorio, ma mirano a promuovere una gestione responsabile dei corsi d’acqua attraverso i Contratti di Fiume, che offrono una piattaforma partecipativa per coinvolgere tutte le realtà locali, dalle associazioni ambientaliste alle amministrazioni comunali. Secondo Bordin, il punto di forza dei Contratti è la loro capacità di ascoltare le istanze dei cittadini e delle comunità, senza imporre decisioni dall’alto.

Valorizzare il ruolo delle donne nei processi di tutela delle risorse idriche

Un tema di rilievo emerso nel convegno è stato il ruolo delle donne nei processi di gestione dell’acqua. La consigliera regionale Giulia Massolino ha sottolineato come i Contratti di Fiume possano rappresentare un’occasione di partecipazione attiva per le donne, contribuendo al superamento delle disparità di genere. Le “Donne dell’acqua” sono figure chiave in questo processo: attraverso il loro impegno nella gestione delle risorse idriche e nelle dinamiche comunitarie, aiutano a promuovere una cultura della sostenibilità che va oltre le sole politiche ambientali, abbracciando anche quelle sociali e di equità.

Uno strumento per la gestione e la protezione del territorio fluviale in FVG

Nel suo intervento, l’assessore regionale alla Difesa dell’Ambiente Fabio Scoccimarro ha ribadito che i Contratti di Fiume rappresentano un modello efficace per la gestione delle aree fluviali. Essi consentono di pianificare interventi di riqualificazione e valorizzazione ambientale che coinvolgono vari livelli di amministrazione e diversi stakeholder, promuovendo la sostenibilità e la sicurezza delle comunità locali. Scoccimarro ha anche sottolineato come il Friuli Venezia Giulia stia cercando nuove risorse e collaborazioni a livello europeo per espandere questi progetti e garantire una protezione duratura per il territorio.

Lo scorso anno la Regione ha incrementato i fondi per la creazione e sottoscrizione di questi contratti a oltre 400mila euro, una cifra venti volte superiore rispetto agli stanziamenti del 2018. Scoccimarro ha evidenziato come, tra il 2022 e il 2023, siano stati firmati documenti d’intenti e Piani di Azione per i Contratti di Fiume del Rio Roiello di Pradamano e del Natisone, e sono stati ufficializzati i processi per la laguna di Marano, il Noncello, il Cormor, il Judrio e il Livenza. Nuovi progetti sono già in fase di sviluppo per il fiume Corno, il Torre, l’Isonzo e il lago di Barcis.

L’assessore ha anche espresso l’interesse regionale per l’avvio di un Contratto di Fiume per il Tagliamento, un progetto complesso che richiederà un’ampia collaborazione con i Comuni situati lungo il corso del fiume.

Il Friuli Venezia Giulia ha inoltre aderito ad un accordo con il Ministero dell’Ambiente per utilizzare una piattaforma nazionale che raccoglie dati sui Contratti di Fiume in Italia.

Secondo alcune stime sono notevoli i benefici economici degli investimenti nei fiumi: per ogni euro speso, si otterrebbe un ritorno economico fino a circa 37 euro.

Guardando al futuro: una politica condivisa e sostenibile

Il convegno si è concluso con un appello a un maggiore impegno condiviso per il futuro dei fiumi e delle risorse idriche. Per garantire un uso equo e sostenibile dell’acqua, servono politiche che vadano oltre le singole azioni locali, estendendosi a una cooperazione più ampia, che comprenda anche i Paesi confinanti. L’auspicio espresso è che, attraverso i Contratti di Fiume e altri strumenti simili, si possa arrivare a un futuro in cui l’acqua sia accessibile, sicura e valorizzata per le generazioni future

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