Truffa e ricettazione di alimentari: otto piemontesi indagati, sequestrate 12mila bottiglie di vino
Pordenone – Quattro misure cautelari (tre obblighi di dimora e un arresto ai domiciliari) e altre quattro persone indagate per i reati di falso, truffa e ricettazione di prodotti alimentari, in particolare dolci e vini: sono i risultati delle indagini dei Carabinieri di Acqui Terme nell’operazione denominata ‘Bracco’.
I colpi sono stati messi a segno in varie zone d’Italia, da Pordenone alla Puglia.
Le indagini, avviate nel 2015 e protrattesi per quasi un anno e mezzo, hanno permesso di individuare l’esistenza di un vero e proprio gruppo criminale con base tra Acqui Terme ed Alice Bel Colle, al cui vertice vi era l’acquese 45enne Massimo Bertolotti, già noto alle Forze dell’Ordine anche per analoghi reati, affiancato da Raimondo Ranellucci, 52 anni, di Alice Bel Colle, Claudio Cabella, alessandrino di 59 anni e Pasquale Lupo, 37enne di Incisa Scapaccino.
Insieme ad essi, altri quattro soggetti, indagati al momento in stato di libertà, di Acqui Terme e Pinerolo.
Lo schema era piuttosto rodato. Uno dei membri dell’associazione, spesso il Bertolotti, contattava i rivenditori ed i produttori a volte con il proprio nome, altre volte con nomi di fantasia, proponendosi quale acquirente di grosse partite di merci per valori quasi sempre superiori ai 2000 euro per arrivare, come nel caso di una ditta produttrice di vini, ad un ordine superiore ai 40mila euro.
Dopo l’approccio iniziale, questi chiedeva alle ditte di mandargli al proprio indirizzo di posta elettronica – indirizzo fittizio intestato a falsi nominativi – un prezzario con l’indicazione dei prodotti concordando alfine l’acquisto della merce.
Una volta presi gli accordi necessari, si conveniva il luogo di consegna degli alimentari, solitamente nei pressi di zone commerciali e/o capannoni fuori mano dove la merce veniva consegnata da ignari corrieri ai quali veniva dato un assegno circolare.
A quel punto altri membri dell’associazione, tra cui il Lupo, provvedevano a ritirare la merce smistandola in negozi compiacenti di Acqui Terme e Pinerolo.
Se le aziende contattate rifiutavano gli assegni quale mezzo di pagamento, il gruppo decideva di rinunciare alla truffa, interrompendo ogni contatto.
Gli alimentari così ottenuti venivano poi smistati in esercizi compiacenti operanti nell’acquese e a Pinerolo e proprio in uno di questi esercizi, durante le indagini, i militari di Acqui Terme hanno sequestrato oltre 12mila bottiglie di vino e diversi quintali di caffè frutto di alcune truffe appena commesse.
In tutto, circa una quindicina le truffe consumate e scoperte per un valore pari a circa 100mila euro. Altrettante quelle per le quali non si è potuto procedere sebbene fossero state scoperte in quanto le vittime non hanno voluto sporgere querela. Oltre venti gli episodi in cui è stato accertato come la condotta dei malfattori si sia fermata al semplice tentativo ovvero subito dopo i primi approcci.