Tesoro, mi si è ristretta la pasta: cos’è la shrinkflation e perché serve controllare pesi e misure

FVG – L’espressione “shrinkflation” deriva dalla fusione di due termini inglesi: “shrink” (restringere) e “inflation” (aumento di prezzo).

Cos’è la shrinkflation

Shrinkflation indica il processo attraverso cui vengono ridotte le quantità dei prodotti nelle confezioni mantenendo i prezzi invariati o addirittura aumentati.

Con il restringimento delle confezioni le aziende cercano di nascondere l’aumento di prezzo per quantità di prodotto acquistata.

Si tratta di una strategia che in alcuni casi, come quello del gelato, ha fatto lievitare i costi al chilo fino al 25-30%. Nonostante l’inflazione sia in calo dal 5% del 2023 all’1% ddel 2024, i suoi effetti in termini di shrinkflation sono ancora in atto.

Consumatori ingannati

Si parla di shrinkflation anche se il prezzo resta lo stesso ed è solo la quantità del prodotto che diminuisce (come accade spesso per la pasta o i biscotti).

In questo modo il consumatore non ci fa molto caso e paga di più per avere meno; magari è anche convinto che quel prodotto non è aumentato rispetto ad altri e lo sceglie con convinzione.

Infatti, se da un lato i consumatori sono sempre molto attenti agli aumenti di prezzi, non sempre si accorgono dei piccoli cambiamenti nella confezione o di tutte quelle indicazioni scritte spesso in piccolo e che riguardano le dimensioni o il peso di un prodotto.

Spesso poi queste modifiche interessano prodotti stagionali e quindi si è meno consapevoli del cambiamento oppure sono accompagnate da un restyling delle confezioni che distoglie l’attenzione dell’acquirente dai quantitativi di prodotto ridotti.

È così che i pacchetti di patatine hanno 5/10 patatine in meno a confezione, la pasta sta passando dal canonico “mezzo chilo” ai 400 grammi, le mozzarelle da 125 grammi a 100, le bustine di tè da 25 a 20 grammi.

Il ricorso all’Antitrust

Le associazioni dei consumatori nella primavera del 2024 hanno deciso di denunciare la shrinkflation perché il fenomeno sta diventando sempre più insidioso e diffuso.

Ad aprile Consumerismo No profit ha denunciato il “trucchetto svuotacarrelli” e il Codacons ha recentemente presentato un esposto all’Antitrust per chiedere di aprire delle indagini volte a verificare se questa prassi sia legale o se invece configuri reati come truffa o pratiche commerciali scorrette.

l’Antitrust ha avviato l’istruttoria ma ha poi deciso di archiviare il provvedimento, considerata “la diffusa consapevolezza sul fenomeno” e non riconoscendo una mancanza di trasparenza da parte dei produttori.

Occhio a pesi e misure

Occorre quindi prestare attenzione non solo all’origine, alla sostenibilità e alla composizione di un determinato prodotto confezionato, ma anche ai pesi e alle misure.

(Fonti: Confapi, Fipe, Codacons, Consumerismo; immagine generata con IA)

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