Supermercato della droga a Trieste, arrestate due coppie di coniugi per giro di cocaina
Trieste – La Polizia di Stato di Trieste ha arrestato due coppie di coniugi coinvolti in un giro di spaccio di cocaina. È il bilancio di un’articolata indagine della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia e svolta dalla sezione antidroga della Squadra Mobile della Questura. Sette in totale gli indagati.
I quattro tratti in arresto sono due coppie di coniugi, due albanesi M.A. classe 1936 pregiudicato e Z. S. classe 1965 e due italiani S.F.P. classe 1964 pregiudicato e R.M. classe 1967.
I primi due rifornivano di droga la coppia italiana che dal suo appartamento di via Molino a Vento ha effetuato numerose cessioni a terzi, i quali assumevano lo stupefacente o lo cedevano a loro volta al altri consumatori.
L’abitazione era divenuta un supermercato della droga; S.F.P. riceveva quantitativi di coca in prevalenza da M.A. che, poi, consegnava a terzi, a fronte della corresponsione del dovuto.
Uno spaccio “casalingo” ma gestito in modo professionale ed organizzato tanto che a carico di S.F.P., già agli arresti domiciliari per reati di droga, sono stati contestati 58 capi di imputazione relativi ad altrettanti episodi di spaccio commessi dal giugno del 2019 al marzo del 2020.
Molto accorti nelle comunicazioni, tra i protagonisti della vicenda vigeva un codice di comunicazione finalizzato a eludere le investigazioni: due squilli ai fornitori e subito dopo la droga da spacciare veniva portata a casa a casa dalla coppia albanese.
Fondamentali le attività di intercettazione durante le quali le forze dell’ordine hanno accertato le modalità con cui veniva fornito lo stupefacente, in modo criptico, seppur con metodicità.
Nel corso delle indagini, sono stati effettuati tre sequestri di cocaina a carico degli acquirenti di S.F.P., uno dei quali è stato anche tratto in arresto, poiché in possesso di circa grammi 15 di cocaina, mentre gli altri due sono stati indagati in stato di libertà.
Solo in alcuni casi lo stupefacente veniva consegnato fuori dall’abitazione di via Molino a Vento, direttamente al domicilio di qualche acquirente dalla R.M., moglie di S.F.P. il quale, ristretto ai domiciliari, non poteva uscire da casa.
S.F.P., infatti, era già stato tratto in arresto nell’ottobre del 2018, nell’ambito dell’operazione “White Car”, condotta dalla Squadra Mobile e dal Reparto Investigativo dei Carabinieri di Trieste, a conclusione di indagini dirette dalla Procura della Repubblica D.D.A di Trieste a seguito delle quali il G.I.P. aveva emesso Ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere ed agli arresti domiciliari a carico di 17 soggetti, indagati a vario titolo per associazione finalizzata al traffico di droga e detenzione a fini di spaccio di stupefacenti.
S.F.P. e la moglie R.M. erano stati tratti in arresto nel giugno del 2020, nell’ambito dell’operazione “Eat Enjoy”, condotta dalle Squadre Mobili delle Questure di Trieste e Udine, a conclusione di indagini dirette dalla Procura della Repubblica D.D.A. di Trieste a seguito delle quali il G.I.P. aveva emesso Oridinanza applicativa della custodia cautelare in carcere ed agli arresti domiciliari, con relativo mandato di arresto europeo, a carico di 26 soggetti, indagati a vario titolo di associazione per delinquere, traffico transnazionale di cocaina e detenzione a fini di spaccio di cocaina.
Sono quattro dunque le persone arrestate lo scorso 25 agosto in esecuzione di ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari emessa dal G.I.P. di Trieste dr. Massimo Tomassini, su richiesta del Pubblico Ministero dr. Massimo De Bortoli, titolare del fascicolo processuale.
Dei quattro arrestati, S.F.P. e M.A. sono stati condotti in carcere, mentre R. M. e Z. S. agli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni.