Sulla riapertura del processo agli assassini di Giulio Regeni si attende la decisione della Corte Costituzionale

Roma – Omicidio di Giulio Regeni: verrà resa nota in tempi non brevissimi la decisione dei giudici della Corte Costituzionale sulla possibile riapertura del processo nei confronti dei quattro imputati, accusati dell’uccisione del ricercatore friulano rapito al Cairo il 25 gennaio 2016 e ritrovato morto il 3 febbraio 2016.

I giudici costituzionali sono chiamati in questi giorni a decidere sulla questione della “irreperibilità” dei quattro agenti dei servizi segreti egiziani, chiamati a rispondere dei reati di omicidio, sequestro di persona pluriaggravato e concorso in lesioni personali gravissime.

Era stato il Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale penale di Roma, Roberto Ranazzi, nel maggio 2023, a trasmettere gli atti alla Corte Costituzionale affinché intervenisse sul caso.

Il GUP aveva sollevato il quesito riguardo alle notifiche giudiziarie, mai effettuate agli imputati dalle autorità egiziane. Queste si erano rifiutate di inviare le notifiche eccependo questioni relative alla segretezza e alla riservatezza a cui sono sottoposti gli appartenenti ai servizi di intelligence.

Così si esprimeva il giudice Ranazzi nell’ordinanza con cui si rivolgeva alla Consulta: “il quadro probatorio riguarda la volontà dello Stato egiziano di sottrarre i quattro imputati al nostro processo, ma non è tale da far ritenere provata la volontà dei quattro imputati di sottrarsi al processo. In ipotesi, gli stessi o anche solo uno di loro, potrebbero voler partecipare al processo in Italia, magari per dimostrare di essere innocenti, e la loro partecipazione essere invece impedita dalle Autorità egiziane”.

Secondo il GUP, la decisione degli autorità egiziane sarebbe stata “antidemocratica” e “autoritaria” creando una “inammissibile zona franca di impunità”.

La Consulta deve decidere sull’eventuale ripresa del processo nei confronti dei quattro imputati alla luce del diritto internazionale e delle norme della Costituzione italiana.

La seduta si svolge a porte chiuse perché non ci sono parti civili che si sono costituite.

Nel frattempo, l’Associazione “Articolo 21” ha avviato una serie di iniziative in concomitanza con la riunione della Consulta.

“Andremo avanti, qualunque sia la decisione che verrà presa dalla Corte Costituzionale. La verità per Giulio Regeni non si arresta”. Così Elisa Marincola, portavoce di Articolo21, spiega il senso delle tante manifestazioni e sit-in svoltesi il 20 settembre, giornata di mobilitazione “per Giulio e per tutti quelli che confidano nella Giustizia”.

Elisa Marincola ha sottolineato: “Siamo stati accanto alla famiglia sin dal primo momento per chiedere verità e giustizia, sin da quando il ragazzo è scomparso. Li abbiamo accompagnati sempre in accordo con loro. In tutti questi anni ci siamo battuti e continueremo a farlo. Andremo davanti al ministero degli esteri, davanti all’ambasciata d’Egitto. Vogliamo che vengano processati i responsabili delle torture e dell’omicidio di Giulio”.

“Non c’è stata collaborazione da parte dell’Egitto – continua Marincola – Per questo se dovesse arrivare una decisione negativa dalla Corte Costituzionale posso solo dire che non ci fermiamo qui. Per noi questa storia non si archivia”.

Print Friendly, PDF & Email
Condividi