Sport e sicurezza: alla Dacia Arena sperimentato ma non in uso il riconoscimento facciale
Udine – Rendere automatica l’identificazione dei tifosi violenti a cui è stato vietato l’ingresso allo stadio e avvisare il personale addetto alla sicurezza perché impedisca loro l’accesso: questa è la funzione delle telecamere di sicurezza munite di software di riconoscimento facciale, già in funzione con successo in alcuni stadi del Nord Europa.
Il metodo è stato testato in via del tutto sperimentale alla Dacia Arena di Udine in occasione della finale dell’Europeo Under 21. La prova, unica, è stata effettuata prima del match e con alcune figure predeterminate.
Attualmente il sistema non è né installato né in funzione nell’impianto. L’Udinese sta cercando di ottenere le autorizzazioni necessarie. Lo conferma il direttore amministrativo e project manager dello stadio, Alberto Rigotto.
La sperimentazione ha dimostrato che con l’utilizzo di un apposito software l’impianto tecnologico della Dacia Arena è in grado di rilevare i volti degli spettatori ai tornelli e confrontarli con quelli dei tifosi inseriti in una banca dati della Polizia a cui sia stato vietato l’ingresso. In caso di corrispondenza, il sistema farebbe entrare in funzione un allarme sonoro e il tifoso sarebbe subito bloccato.
Il problema principale del riconoscimento facciale è la protezione della privacy, ma il sistema può essere impostato in modo tale da non violare la riservatezza personale. In tal caso infatti al software viene imposto di non memorizzare le immagini o i dati di coloro che non sono in lista nera. Inoltre, i dati non vengono collegati a internet o ad altri sistemi.
La finalità della procedura sarebbe unicamente quella di proteggere gli spettatori – e sono la maggioranza – che assistono alla partita con il solo obiettivo di divertirsi e sostenere la propria squadra in modo corretto.