Sicurezza idraulica del Tagliamento, opposizione critica sulle mosse della Giunta
Trieste – Il futuro delle opere idrauliche sul fiume Tagliamento continua a dividere la politica regionale, tra programmazioni tecniche, dubbi sulle priorità e visioni contrastanti sui metodi di coinvolgimento del territorio. Al centro del dibattito c’è il piano per la mitigazione del rischio alluvioni, con focus sulla realizzazione del ponte-traversa tra Dignano e Spilimbergo e altre infrastrutture destinate a contenere le possibili piene del fiume.
L’assessore regionale alla Difesa dell’Ambiente Fabio Scoccimarro ha comunicato un cronoprogramma per le opere. Nelle prossime settimane – ha fatto sapere l’assessore – saranno avviati gli incarichi per i documenti preliminari relativi al ponte-traversa di Dignano e, nei primi mesi del 2025, per un’altra opera di laminazione a Madrisio-Varmo.
Questi passaggi, finanziati con 1,7 milioni di euro per il primo progetto e 2 milioni per il secondo, dovrebbero concludersi entro il 2026.
Scoccimarro ha assicurato che l’intero processo sarà accompagnato da un dialogo costante con il territorio, coinvolgendo anche i Comuni nella nomina di esperti per agevolare una comprensione tecnica condivisa.
Nonostante queste rassicurazioni, le critiche non sono mancate. La consigliera regionale Serena Pellegrino (AVS), vicepresidente della IV Commissione, ha espresso contrarietà alla mozione che promuove un’audizione presso l’Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali.
Secondo Pellegrino, questa scelta rischia di svuotare il ruolo della Commissione e di escludere il Consiglio regionale dal confronto. “Invece di fuggire dal dibattito in aula, sarebbe necessario completare la discussione in Commissione” ha dichiarato. Pellegrino ha inoltre sottolineato l’importanza di interventi più immediati e meno impattanti, come la manutenzione dell’alveo fluviale, il blocco delle nuove costruzioni in aree a rischio e la messa in sicurezza delle infrastrutture esistenti.
A rincarare la dose di critiche è stata la consigliera Rosaria Capozzi del Movimento 5 Stelle, che ha definito l’intera vicenda “una querelle indecorosa”. Capozzi ha accusato la Giunta di contraddirsi con continui cambi di rotta, lamentando che i fondi fin qui spesi per precedenti studi di fattibilità siano stati sprecati. Ha inoltre criticato il mancato avanzamento delle opere di sicurezza a Latisana, già finanziate nel 2018. “La sicurezza dei cittadini sembra essere considerata solo a livello teorico” ha concluso.
Scoccimarro ha respinto con forza le accuse, difendendo il suo operato e il piano complessivo. “Chi cavalca le proteste e inasprisce i toni non contribuisce a risolvere la questione”, ha dichiarato, accusando alcuni consiglieri di strumentalizzare la situazione per fini elettorali. L’assessore ha ribadito che le opere previste rappresentano un’opportunità per aumentare la sicurezza del territorio, garantendo massima professionalità e confronto con il territorio.
Mentre le discussioni si fanno sempre più accese, la sfida reale resta quella di bilanciare le esigenze di sicurezza idraulica del bacino del Tagliamento con la tutela di un delicato ecosistema e il consenso di amministratori locali, associazioni e cittadini coinvolti.