Sicurezza del Tagliamento, istituito il Comitato di esperti. Le opposizioni: un caos
Trieste – La Giunta regionale ha approvato la costituzione del Comitato degli esperti dei Comuni del Tagliamento, su proposta dell’assessorato di competenza. Si tratta di un passaggio significativo nel percorso con cui la Regione intende migliorare la gestione del rischio idrogeologico e la sicurezza del fiume. Questo percorso, che impegnerà l’intero 2025 nella redazione dei documenti necessari per le progettazioni definitive, prevede l’avvio delle opere nel 2026. Lo ha annunciato in una nota l’assessore alla Difesa dell’ambiente Fabio Scoccimarro.
L’iniziativa è stata promossa per garantire il massimo coinvolgimento dei sindaci dei 42 Comuni interessati dal corso del fiume e per favorire un confronto tecnico qualificato. I professionisti indicati dai primi cittadini – 12 in totale – sono stati tutti accolti dalla Regione per assicurare un dialogo il più ampio possibile. L’obiettivo è fornire alla politica elementi concreti e fondati per adottare decisioni cruciali in un contesto reso sempre più urgente dai cambiamenti climatici e dagli eventi estremi.
In linea con una mozione votata dal Consiglio regionale, la Giunta ha inoltre stabilito di richiedere un confronto presso l’Autorità di Bacino sul Piano di gestione del rischio alluvioni, coinvolgendo attivamente i tecnici dei Comuni. Questo percorso mira a superare rivalità locali e a promuovere una visione unitaria per la sicurezza del Tagliamento, considerata una priorità per garantire la salvaguardia delle vite umane e la prevenzione di danni a infrastrutture e proprietà.
I consiglieri di opposizione: sul Tagliamento regna il caos
I consiglieri di opposizione hanno accolto la notizia manifestando notevoli perplessità, evidenziando confusione e mancanza di trasparenza nell’iter decisionale. Massimo Moretuzzo del Patto per l’Autonomia-Civica denuncia una gestione caotica, segnata da decisioni contraddittorie e frequenti cambi di rotta. Secondo Moretuzzo, la Giunta regionale ha mostrato incapacità nel coordinare le amministrazioni locali e nel garantire risposte chiare su aspetti cruciali come il finanziamento e l’efficacia delle proposte tecniche.
Manuela Celotti del Partito Democratico sottolinea l’incertezza sul numero e il ruolo dei tecnici incaricati, nonché la mancata chiarezza sulla copertura economica per il comitato degli esperti. La consigliera lamenta che i processi decisionali siano spesso poco partecipativi e che permangano dubbi sull’efficacia della traversa proposta come soluzione tecnica, evidenziando il rischio di un confronto tardivo e poco incisivo.
Rosaria Capozzi del Movimento 5 Stelle accusa l’assessore di aver spaccato il fronte dei sindaci e di affidare agli esperti decisioni che l’amministrazione non ha il coraggio di prendere. Capozzi critica la mancanza di un dibattito pubblico e l’assenza di serietà nel rispettare il cronoprogramma annunciato, che ha già subito modifiche sostanziali.
Serena Pellegrino di Alleanza Verdi Sinistra definisce “sciatto” l’approccio dell’assessorato, lamentando decisioni incoerenti e regole cambiate all’ultimo momento, come l’estensione del comitato tecnico a 12 membri invece dei 5 inizialmente previsti. Pellegrino evidenzia che le scelte dell’assessore sembrano più volte influenzate da pressioni esterne e sottolinea l’urgenza di politiche strutturali per contrastare i cambiamenti climatici, piuttosto che opere che rischiano di perpetuare problemi esistenti.
In sintesi, le critiche dell’opposizione convergono sulla necessità di maggiore trasparenza, coerenza e coinvolgimento degli attori locali nel processo decisionale, oltre che sull’urgenza di rivedere le priorità strategiche per affrontare le sfide climatiche.
La petizione
Ricordiamo che a dicembre dello scorso anno le associazioni ambientalistiche avevano lanciato una petizione in difesa del fiume: