Sciopero dei lavoratori metalmeccanici, manifestano anche i dipendenti della Flex di Trieste

FVG – Venerdì 13 dicembre i lavoratori metalmeccanici di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil hanno scioperato in tutta Italia per 8 ore, chiedendo il rinnovo del contratto nazionale di categoria. A Trieste, Pordenone e Udine si sono svolti presidi davanti alle sedi delle associazioni imprenditoriali, tra cui la sede di Confindustria Alto Adriatico a Trieste.

L’agitazione sindacale ha tra le sue motivazioni la rottura delle trattative con Federmeccanica e Assistal per il contratto collettivo nazionale, scaduto nel giugno 2023. I sindacati chiedono un aumento salariale di 280 euro in tre anni, mentre la controparte propone incrementi inferiori, legati all’inflazione e distribuiti su quattro anni. Le divergenze riguardano anche la riduzione dell’orario di lavoro, la stabilizzazione dei precari e altri aspetti normativi come welfare e formazione professionale.

In Friuli Venezia Giulia, lo sciopero ha coinvolto diversi stabilimenti, tra cui:

  • Trieste: 40% di adesione in Fincantieri, 30% in Wartsila, 60% nel Gruppo Arvedi. Anche i lavoratori della Flex, preoccupati per possibili esuberi, hanno manifestato.
  • Pordenone: Massicce adesioni, tra cui il 90% in Electrolux e il 95% in Modine.
  • Udine: La Maddalena (95% adesione) e De Longhi (85%) tra le aziende più coinvolte.

Secondo i sindacati, l’alta adesione è una chiara risposta alle mancate concessioni su salari e miglioramenti contrattuali. Federmeccanica insiste su una visione che, secondo le sigle sindacali, penalizza i lavoratori, rinviando gli adeguamenti salariali e ignorando le richieste di maggiori tutele.

Questa mobilitazione, che prevede ulteriori iniziative entro gennaio 2025, vuole ottenere un atteggiamento collaborativo da parte delle associazioni datoriali e rappresenta un importante segnale di unità tra i lavoratori del settore.

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