“Scena madre” di Arthur Schnitzler per il terzo appuntamento di Teatro a Leggio alla Contrada

Trieste – Un attore portato alla finzione, in scena come nella vita, e una moglie che decide di tornare con lui dopo che aveva deciso di lasciarlo: sono i protagonisti di “Scena madre”, l’atto unico di  Arthur Schnitzler portato in scena da Adriano Giraldi, Elke Burul, Valentino Pagliei, Giacomo Segulia e Enza De Rose, per la regia di Elke Burul, il 23 gennaio alle ore 18 al Teatro Orazio Bobbio per il terzo appuntamento con la stagione di “Teatro a Leggio”, la rassegna organizzata dall’Associazione Amici della Contrada che si tiene regolarmente da 24 anni.  L’iniziativa si avvale come sempre dell’interpretazione degli attori della compagnia della Contrada, desiderosi di confrontarsi con questa tecnica teatrale, la “lettura scenica”, solo apparentemente semplice.

«Inserito nel ciclo “La commedia delle parole”, scritto tra il 1909 e il 1914, “Scena Madre” è un atto unico forse poco conosciuto di Arthur Schnitzler che tuttavia ben rappresenta la modernità e la capacità di indagine psicologica del drammaturgo», afferma la regista Elke Burul. «Sophie, moglie di Konrad Herbot, primo attore di un importante teatro di Berlino, viene persuasa a tornare da lui dopo che, stanca dei suoi continui tradimenti, aveva deciso di lasciarlo. Al suo ritorno non trova però un marito pentito, bensì un uomo che con imbarazzante candore rivendica la necessità di essere ciò che è, sul palcoscenico e nella vita. Con grande ironia, Schnitzler delinea personaggi imprigionati nel proprio ruolo, figure che, tra momenti di consapevolezza e calcoli di opportunità, si muovono su binari prestabiliti, percorsi che non sono in grado di abbandonare, pur consapevoli di recitare una parte, travolti dall’entusiasmo infantile ed egocentrico di Herbot. Un teatrino dunque, accettato e condiviso, che indaga le dinamiche delle relazioni matrimoniali e sociali attraverso la metafora appunto del teatro, una realtà più di altre in grado di svelare e sdrammatizzare la complessità dei personaggi stessi».

Tutto “La commedia delle parole” è incentrato sulla problematica del rapporto coniugale, sulla difficoltà di trovare un reale punto di intesa e di contatto, di unire due individualità. Sono temi che stanno particolarmente a cuore a Schnitzler soprattutto dopo il suo stesso matrimonio con Olga Gussmann e la nascita dei figli: la figlia Lili nascerà proprio nel 1909. Riguardo alla vita di coppia il drammaturgo non coltivava illusioni, come sintetizza efficacemente nel suo aforisma: “Il matrimonio è la scuola della solitudine. Ma in essa non s’impara abbastanza”. Soprattutto in “Scena Madre” la “scuola” del matrimonio, scevra di ogni sentimentalismo, diventa gioco delle parti, a volte maschera, finzione: i suoi coniugi galleggiano nel rapporto matrimoniale cercando una parvenza di armonia, e finendo con lo scatenare un gioco al massacro che travolge le loro stesse emozioni.

Rinnovi e nuove adesioni agli Amici della Contrada vengono accolte al Teatro Bobbio ogni pomeriggio dalle 15.30 alle 18.30. Sarà possibile tesserarsi anche nelle giornate delle letture di “Teatro a Leggìo”, ma tassativamente dalle 16.00 alle 17.00. Tutte le informazioni sulla pagina dedicata all’Associazione sul sito su www.contrada.it

 

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