Rossella Corazzin, scomparsa in Cadore nel 1975, sarebbe stata stuprata ed uccisa dalla banda del Circeo
San Vito al Tagliamento (Pn) – Si riapre dopo 43 anni il caso della giovane Rossella Corazzin, scomparsa a Tai di Cadore il 21 agosto 1975. La ragazza, di San Vito al Tagliamento, all’epoca 17enne, mentre era in vacanza in montagna con i genitori, uscì da sola per fare una camminata e non fece più ritorno.
Nel 2010 il Tribunale di Pordenone l’aveva dichiarata legalmente morta.
Angelo Izzo, uno dei tre stupratori omicidi noti come “mostri del Circeo” che in carcere sta scontando due ergastoli, in alcune dichiarazioni ricevute dal procuratore di Belluno Paolo Luca, sostiene che Rossella fu sequestrata dalla banda degli stupratori, portata sul lago Trasimeno, violentata e uccisa.
Il sodalizio criminale, oltre che da Izzo, era composto da Gianni Guido e Andrea Ghira; i tre avevano rapito due ragazze, Rosaria Lopez e Donatella Colasanti. Rosaria Lopez fu uccisa, Donatella Colasanti subì torture e violenze, ma riuscì a salvarsi e depose contro i carnefici in uno storico processo.
Il procuratore di Belluno ha trasmesso ai giudici di Perugia il fascicolo con le dichiarazioni di Izzo: “Nelle dichiarazioni Angelo Izzo ha dedicato poche parole alla vicenda di questa ragazza ma ha dato riferimenti su data della scomparsa e luogo dell’uccisione, da far ritenere che sia effettivamente lei”, ha precisato il Procuratore di Belluno, Paolo Luca.
Angelo Rizzo raccontò in due interrogatori resi nell’agosto e nel dicembre 2016 all’allora procuratore di Belluno Francesco Saverio Pavone il rapimento, le sevizie e l’assassinio di Rossella Corazzin. Gli atti furono inviati ai magistrati di Perugia perché l’omicidio sarebbe avvenuto in Umbria, in una villa sul lago Trasimeno.
“Mi parve sincero ed effettivamente trovammo dei riscontri: sapeva dettagli che poteva aver appreso solo da chi aveva direttamente partecipato ai fatti”.
C’è un riscontro che unisce la testimonianza di una donna, che vide Rossella Corazzin a bordo di una jeep il 21 agosto 1975, giorno della scomparsa, e le dichiarazioni fatte da Angelo Izzo in due occasioni all’ex Procuratore di Belluno, Francesco Saverio Pavone: la ragazza fu rapita su una Land Rover. Sarebbe questa una delle coincidenze emerse dalle indagini.
Rossella, secondo le dichiarazioni del massacratore del Circeo, sarebbe stata tenuta prigioniera due-tre settimane nella villa sul Lago Trasimeno, dove fu violentata e uccisa.
La circostanza che il gruppo criminale fosse presente in quell’epoca in Cadore – Izzo ha detto che erano in vacanza – ha un ulteriore riscontro nel fatto che la famiglia di Gianni Guido aveva una villa a Cortina d’Ampezzo.