Ripristino delle Province in FVG: la Camera approva la proposta di legge costituzionale

Roma – Il processo di ripristino delle province in Friuli Venezia Giulia ha superato il primo passaggio istituzionale. La proposta di legge costituzionale, approvata dalla Camera il 23 ottobre, si prefigge di modificare lo statuto speciale della Regione Friuli Venezia Giulia, reintroducendo di fatto le province elettive.

L’approvazione alla Camera

Il centrodestra nei mesi scorsi ha accelerato sulla riforma dello Statuto con tale iniziativa legislativa, promossa dal segretario regionale della Lega Marco Dreosto e dal deputato Graziano Pizzimenti, con l’obiettivo di portare la proposta di legge in discussione alla Camera, cosa che è effettivamente avvenuta.

La riforma è stata approvata dalla commissione Affari costituzionali, con l’auspicio di una definitiva approvazione entro la fine dell’anno o all’inizio del prossimo. Il 23 ottobre 2024, la Camera dei Deputati ha dato il primo via libera. Si tratta del primo passaggio dell’iter costituzionale che prevede che la proposta passi da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi. I voti favorevoli sono stati 150, i contrari 91, gli astenuti 15.

Le ragioni del ripristino secondo i proponenti

I sostenitori del ripristino, incluso il Presidente della Regione Massimiliano Fedriga, affermano che le province sono essenziali per garantire il principio di sussidiarietà, permettendo una governance più vicina ai cittadini e alle loro esigenze.

Il governatore ha ricordato anche che, a seguito della soppressione avvenuta nel 2016, il Friuli Venezia Giulia è l’unica Regione italiana a essere priva delle Province nel proprio ordinamento, tanto di primo quanto di secondo livello.

“Questo ha creato nel tempo disservizi sul territorio e complicato il compito dell’Amministrazione regionale – ha sostenuto Fedriga -, trasformatasi in un ente che, anziché limitarsi a funzioni legislative e regolamentari, è gravato da un eccessivo carico di procedure amministrative”.

Sul tema è intervenuto anche l’assessore regionale alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti, chiarendo come la reintroduzione delle Province non implichi un aumento dei costi a carico della collettività. “Stupiscono in tal senso alcune posizioni espresse oggi durante la discussione alla Camera – ha sostenuto Roberti – che denotano poca conoscenza dell’ente Provincia e del suo funzionamento nella nostra Regione autonoma. Chi parla di aumento dei costi finge di non sapere che le spese legate alle Province non riguardano la classe politica, bensì le specifiche funzioni dell’ente. Anzi, è proprio con l’abolizione delle Province e il trasferimento di molte di queste funzioni alla Regione che i costi sono aumentati”.

Come ha spiegato ancora l’assessore, “gli attuali Edr rappresentano un ente dipendente dalla Regione, non titolare di funzioni proprie. La soluzione definitiva per un’Amministrazione più vicina al cittadino altra non può essere se non il ritorno delle Province, con l’elemento dell’elezione diretta a garantire il rispetto della democrazia. Mi auguro che l’approvazione in Senato e i successivi passaggi nelle due Camere avvengano nel più breve tempo possibile”, ha concluso Roberti.

Le critiche dell’opposizione

Tuttavia, non mancano le critiche. Alcuni esponenti dell’opposizione hanno avvertito che il ripristino delle province potrebbe rappresentare un passo indietro nella governance regionale. Così la segretaria regionale Pd Fvg Caterina Conti: “Nel dibattito sul ritorno delle vecchie Province elettive in Fvg non si è vista nemmeno una riflessione sulla sburocratizzazione e semplificazione per i cittadini e le imprese, su una nuova idea di architettura istituzionale a misura di cittadino, su efficienza ed efficacia. E non una parola è emersa dalla destra nemmeno su funzioni, obiettivi, costi, personale di questi enti”.

“È evidente – ha affermato ancora Conti – che la giunta vuole trascinare nel passato il Friuli Venezia Giulia con questa operazione nostalgia senza tenere conto nemmeno dell’esperienza fatta e dei tempi mutati. Mentre in tutta Italia le Province sono diventate di secondo livello, il Fvg sarà l’unico a ripristinarle tali e quali a prima ma senza più mezzi né personale. Un’occasione persa per esercitare l’autonomia regionale in modo intelligente in una chiave nazionale ed europea”.

Prossimi passi

La riforma prevede che le province siano ripristinate con una struttura simile a quella precedente alla loro abolizione, inclusa l’elezione diretta di presidenti e consiglieri. Se tutto procederà secondo i piani attuali, le elezioni provinciali potrebbero tenersi nel 2026.

 

 

 

 

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