Riciclaggio ed altre attività illecite: 19 miliardi di euro l’anno. Pordenone città a rischio

Pordenone – Pordenone è una delle città a rischio nell’analisi sulle segnalazioni di riciclaggio, finanziamento del terrorismo e dei programmi di proliferazione di armi di distruzione di massa: i dati sono stati diffusi dall’Ufficio Studi della CGIA (Associazione Artigiani e Piccole Imprese) di Mestre, che riporta le statistiche 2016 della Banca d’Italia – Unità di informazione finanziaria Province.

Secondo le elaborazioni su dati di Banca d’Italia, Istat (“Economia non osservata – anni 2012-2015”), Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza (NSPV) e Direzione Investigativa Antimafia (DIA), le attività illegali, nel loro complesso, costituiscono in Italia circa un punto di Prodotto Interno Lordo (PIL).

19 miliardi di euro all’anno: questa la stima della spesa degli italiani in attività illegali secondo l’Ufficio studi della CGIA.

In particolar modo per l’uso di sostanze stupefacenti (14,3 miliardi), per i servizi di prostituzione (4 miliardi) e per il contrabbando di sigarette (600 milioni di euro) (vedi Tab.1).

Così prosegue il comunicato della CGIA: “Un’economia, quella ascrivibile alle attività illegali, che non conosce crisi: l’ultimo dato disponibile (2015) ci segnala che il valore aggiunto di queste attività fuorilegge (17,1 miliardi di euro) è aumentato negli ultimi 4 anni di oltre 4 punti percentuali”.

“Lungi dall’esprimere alcun giudizio etico – afferma il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo – è comunque deplorevole che gli italiani spendano per beni e servizi illegali più di un punto di Pil all’anno. L’ingente giro d’affari che questa economia produce, costringe tutta la comunità a farsi carico di un costo sociale altrettanto elevato. Senza contare che il degrado urbano, l’insicurezza, il disagio sociale e i problemi di ordine pubblico provocati da queste attività hanno effetti molto negativi sulla qualità della vita dei cittadini e degli operatori economici che vivono e operano nelle zone interessate dalla presenza di queste manifestazioni criminali”.

“Va altresì ricordato – osserva – che dal settembre del 2014 il valore aggiunto “prodotto” dalle attività illecite è stato addirittura inserito nel calcolo del Pil in molti paesi europei, tra cui l’Italia”.

“L’elevata dimensione economica generata dalle attività controllate dalle organizzazioni criminali trova una conferma indiretta anche dal numero di segnalazioni pervenute in questi ultimi anni all’Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d’Italia. Stiamo parlando di operazioni sospette “denunciate” a questa struttura di via Nazionale da parte di intermediari finanziari (per circa l’80 per cento banche e uffici postali, ma anche liberi professionisti, società finanziarie o assicurazioni)”.

I dati per provincia della Banca d’Italia segnalano tra le città a rischio anche Pordenone: le segnalazioni di operazioni sospette – ascrivibili per la quasi totalità al riciclaggio – sono più di 140 ogni 100mila abitanti, contro una media regionale di 121.

Lo studio completo si può consultare sul sito della CGIA.

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