Residui di erbicidi nell’acqua, 2 milioni di euro per nuovi filtri
Pordenone – La Regione Friuli Venezia Giulia, attraverso i fondi della Protezione civile, ha stanziato 2 milioni di euro per superare l’emergenza creatasi a Pordenone legata alla presenza dei metaboliti dell’atrazina, originati dagli erbicidi usati in agricoltura, nelle fonti di approvvigionamento idrico.
La scelta di operare in questo senso fa seguito ad alcuni monitoraggi condotti dalla direzione centrale Salute della Regione, di concerto con l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA). Le rilevazioni hanno evidenziato infatti la presenza di metaboliti (in particolare dell’atrazina) nelle fonti del territorio pordenonese, al punto da compromettere la qualità dell’acqua destinata al consumo umano.
Questi erbicidi non sono più autorizzati in Europa, per cui il monitoraggio dell’ARPA aveva evidenziato il residuo di una contaminazione storica, dovuta al forte utilizzo delle sostanze in passato e alla loro persistenza ambientale.
Con un decreto a firma dell’assessore delegato alla Protezione civile Paolo Panontin, i 2 milioni di euro sono stati assegnati alla Consulta d’Ambito Territoriale Ottimale (ATO) Occidentale per intervenire efficacemente e tempestivamente nella risoluzione del problema.
“Il rischio che si prospettava – spiega Panontin – era quello di non avere più a disposizione acqua potabile per oltre 40.000 abitanti e dover fare ricorso alle autocisterne. Per ovviare a quella che si è presentata come una vera e propria emergenza, si è quindi reso necessario un intervento urgente che prevede la realizzazione di un nuovo impianto di filtri a carbone attivo e di due nuovi pozzi, uno nella rete nord e l’altro in quella sud. La Consulta dell’ATO Occidentale, come consorzio di Enti locali, ha già normalmente la titolarità del servizio idrico integrato e risulta quindi essere il soggetto più idoneo alla risoluzione delle criticità presenti a Pordenone”.
Il termine per l’ultimazione dei lavori è stato fissato al 31 dicembre 2018.