Report autunnale della Banca d’Italia sull’economia del FVG. Pesa il Covid, si va al risparmio
Trieste – La Banca d’Italia ha pubblicato il Report autunnale sull’economia del Friuli Venezia Giulia, redatto dai ricercatori della sede di Trieste.
Il documento evidenzia come nella prima parte del 2020 pressoché tutti i settori produttivi della regione hanno sofferto le conseguenze della crisi economica legata all’emergenza sanitaria.
Le conseguenze della crisi da Covid nei settori economici
Per l’industria manifatturiera, al netto della cantieristica, le vendite sul mercato interno e soprattutto estero si sono ampiamente ridotte. Al forte calo delle esportazioni hanno contribuito in particolare i comparti meccanico e metallurgico.
Fa eccezione la cantieristica, che nonostante la temporanea interruzione della produzione ha mantenuto un ampio portafoglio di ordini.
I risultati dell’indagine autunnale della Banca d’Italia confermano una diffusa contrazione dell’attività anche nei servizi.
Il settore turistico ha sofferto il crollo delle presenze, sia nazionali sia internazionali.
Nel primo semestre sono calati i traffici portuali. L’attività è sensibilmente diminuita anche nel settore delle costruzioni, frenata dall’andamento negativo del mercato immobiliare in cui le transazioni si sono ridotte di quasi un terzo.
Gli effetti sull’occupazione
La crisi sanitaria ha avuto effetti rilevanti sul mercato del lavoro, mitigati dal ricorso agli strumenti di integrazione salariale e dalle misure di tutela dell’occupazione.
Le ore autorizzate di cassa integrazione salariale hanno raggiunto valori storicamente massimi in aprile e maggio, riducendosi progressivamente nei mesi successivi. Le ore lavorate pro capite si sono fortemente ridotte.
Nonostante il lieve recupero durante i mesi estivi, il saldo tra avviamenti e cessazioni dei lavoratori dipendenti privati a metà settembre era inferiore di circa 12.000 unità rispetto allo stesso periodo del 2019. In presenza del blocco dei licenziamenti, sul saldo hanno pesato soprattutto le minori assunzioni. Il calo dell’occupazione dipendente si è esteso a tutti i comparti di attività ed è stato più marcato negli alberghi e ristoranti, tra le donne e i giovani.
La situazione finanziaria ed il risparmio
La Banca d’Italia ha rilevato che alla fine del primo semestre del 2020 i prestiti bancari alla clientela residente in regione sono cresciuti, soprattutto per le imprese, sostenuti anche dai provvedimenti governativi di moratoria e finanza agevolata introdotti per contrastare gli effetti della pandemia.
I prestiti alle famiglie invece hanno rallentato, in connessione al calo dei consumi e alla dinamica negativa del mercato immobiliare, che ha determinato una forte contrazione del flusso semestrale di nuovi mutui (al netto delle surroghe e delle sostituzioni).
Nonostante la crisi economica in atto, la qualità del credito è lievemente migliorata sia per le imprese sia per le famiglie, beneficiando delle misure governative di sostegno.
In un contesto economico ancora incerto, i depositi bancari di famiglie e imprese hanno continuato a crescere.