Relazione in Commissione dell’assessore Riccardi sulla pandemia in FVG da settembre ad oggi
Trieste – Il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, nel corso della riunione della Terza commissione del Consiglio regionale svoltasi il 23 febbraio, ha esposto una relazione dettagliata sull’andamento dell’epidemia di Covid-19.
“Dallo scorso settembre a gennaio – ha esordito l’assessore – il Covid-19 ha colpito in maniera rilevante il Friuli Venezia Giulia, ma nell’ultimo mese la situazione appare in miglioramento”.
È importante evitare semplificazioni, avverte Riccardi, dato che esistono differenze evidenti tra le aree geografiche delle ex province.
“Le curve del contagio infatti – ha spiegato l’assessore – si stanno abbassando ad eccezione dell’area udinese, nella quale negli ultimi 7 giorni è stato rilevato comunque un, seppur lieve, rialzo dei contagi”.
“L’elevata incidenza del coronavirus nella nostra regione – ha sottolineato Riccardi – deve essere correlata anche all’ampiezza e all’efficacia dell’azione di screening attuata in Friuli Venezia Giulia, che è una delle regioni nelle quali si effettuano più tamponi”.
“Tutti gli indicatori a partire dai tassi d’incidenza del Covid-19 standardizzati per età e provincia dimostrano un miglioramento dell’andamento della pandemia nella nostra regione – ha detto il vicegovernatore -. Dalla seconda settimana di gennaio di quest’anno il tasso di infezione complessivo è diminuito in maniera costante, con un calo rilevante tra gli over 85: si tratta della dimostrazione dell’efficacia dell’importante campagna vaccinale condotta a favore degli ospiti delle strutture residenziali per anziani e del personale socio-sanitario”.
Il vicegovernatore ha spiegato che “i dati rimarcano che a gennaio c’è stato un forte aumento dell’incidenza tra 19 e 24 anni, la quale ha inciso sull’adozione delle misure di contenimento dell’epidemia emanate dalla Regione, mentre a partire dalla prima settimana di febbraio l’unico indicatore in crescita è quello del numero di infezioni ogni centomila abitanti tra i bambini di età compresa tra 3 e 5 anni. Ciò non rappresenta assolutamente un aumento del rischio per i bambini, ma incide sul rischio di contagio per gli anziani e i famigliari che sono a contatto con i bambini”.
Riccardi ha spiegato che “confrontando i dati delle prime 3 settimane di febbraio, pur rimanendo sostanzialmente stabile il numero di tamponi eseguiti, ovvero circa 50mila, i casi positivi sono passati da 2.578 (dal primo al 7 febbraio) a 2.036 (8-14 febbraio) e a 1.815 (15-21 febbraio), con un costante calo dell’incidenza passata negli stessi intervalli di tempo da 212,8 casi per 100mila abitanti a 168,1 e a 149,8”.
Sul fronte dei ricoveri il vicegovernatore ha reso noto che “l’occupazione media delle aree mediche Covid-19 è calata da 521 (dal primo al 7 febbraio, con un’incidenza di 43 persone ogni 100mila abitanti) posti letto a 414 (8-14 febbraio con un’incidenza di 34,2 persone ogni 100mila abitanti) e a 350 (15-21 febbraio con un’incidenza di 28,9 persone ogni 100mila abitanti), mentre in terapia intensiva i ricoveri medi registrati sono stati 63 dal primo al 7 febbraio (con incidenza di 5,2 persone ogni 100mila abitanti), 61 dal 8 al 14 febbraio (con incidenza di 5 persone ogni 100mila abitanti) e 57 la scorsa settimana (con incidenza di 4,7 persone ogni 100mila abitanti).
In merito a quest’ultimo dato è però importante tenere conto che le aree mediche hanno un maggiore turnover di pazienti, dato che le loro condizioni sono meno gravi, mentre il periodo di ricovero nelle terapie intensive è più lungo per la gravità della malattia.
Mediamente l’occupazione in area medica a febbraio è scesa dal 40,8 per cento dei posti letto disponibili, al 32,4 per cento fino a 27,4 per cento, mentre per le terapie intensive si è passati dal 36 per cento al 34,9 per cento ed al 32,6 per cento”.
Per quanto concerne, infine, i decessi dall’inizio di febbraio, sempre considerando il dato medio settimanale, è stato registrato un miglioramento significativo di decessi, passati dai 167 registrati tra il primo e il 7 febbraio, ai 132 dal 8 al 14 febbraio, ai 71 nella settimana dal 15 al 21 febbraio, con rapporto tra decessi e casi positivi passato dal 6,5 delle prime due settimane al 3,9 della terza.
“Anche in merito a questi dati deve essere tenuto conto dell’importante lavoro di individuazione del virus che ha permesso di stabilire come causa della morte il Covid-19: rispetto alla media nazionale di decessi su casi positivi del 3,4 per cento il dato del 3,7 del Friuli Venezia Giulia è di poco superiore ed inferiore a quello di Piemonte (3,9 per cento), Emilia Romagna (4,2 per cento), Liguria (4,7 per cento), Lombardia (4,8 per cento) e Valle d’Aosta (5,2 per cento).