“Quello che serve”: un viaggio nelle radici del Servizio Sanitario Nazionale
FVG – Su Rai3 venerdì 29 maggio, alle ore 23.15 andrá in onda il docufilm “Quello che serve”, un viaggio nelle radici del Servizio Sanitario Nazionale di Chiara D’Ambros e Massimo Cirri, lo chiede, fra gli altri, a Umberto Galimberti, Milena Gabanelli, Gino Strada, Sir Michael Marmot. Musiche di Stefano Bollani, cover di Altan,coreografie Arearea. Come non guardarlo. Una sintesi fra quello che abbiamo percepito e quello che é realmente accaduto.
Da Milano a Bologna, da Ravenna a Padova e Vicenza un’indagine sulle tracce del Servizio Sanitario Nazionale: di chi lo eroga e di chi ne fruisce.
23.600.000 accessi al pronto soccorso, 53 milioni di giornate di degenza, 579 milioni di ricette in un anno: in Italia la salute è (ancora) un diritto?
La salute è (ancora) un diritto? Tutti ce lo siamo chiesti nelle settimane della crisi pandemica covid 19. Mentre le terapie intensive erano sull’orlo del collasso, e gli italiani in lockdown sull’orlo di una crisi di nervi, migliaia di medici e infermieri che abbiamo applaudito dai balconi e definito eroi con il loro coraggio e la loro tenacia hanno contribuito, anche a costo della vita, a farci pensare che sì, la salute in Italia sia effettivamente un diritto, tutelato dalla carta costituzionale e, nei fatti, dal Servizio Sanitario Nazionale istituito per legge il 23 dicembre 1978.
Da tempo un cittadino qualunque, Massimo Cirri – nella vita psicologo ma anche ideatore e conduttore di un programma cult della radio italiana, Caterpillar in onda su Rai Radio2 – aveva iniziato ad interrogarsi su questa straordinaria macchina, il Servizio Sanitario Nazionale, che fornisce cure, assistenza, accertamenti, medicine a tutti e senza chiedere denaro. Una malattia grave, di quelle che interrogano sulla vita e sulla morte, ha attraversato Massimo. È stato curato bene, è guarito. È tornato a fare il suo lavoro di conduttore radiofonico. Nell’aprile 2020 Massimo Cirri, come tutti ha trascorso gli scorsi mesi chiuso in casa, mentre medici e infermieri si spendevano senza sosta per salvare vite. Offrendo, così come prima del virus, prestazioni completamente gratuite a cittadini che non devono esibire coperture assicurative o bancomat per vedere riconosciuto il loro diritto alla salute e alle cure.
Interrogandosi sulla natura, sui presupposti e sulla portata del Servizio Sanitario Nazionale, Massimo Cirri incontra Gino Strada, Milena Gabanelli, Umberto Galimberti, l’epidemiologo inglese Sir Michael Marmot, Giacomo Grasselli, anestesista rianimatore e coordinatore delle terapie intensive della Lombardi. E intervista gli operatori dell’elisoccorso di Ravenna, che ti vengono a prendere in 8 minuti al costo di 3 euro e mezzo all’anno a cittadino. Visita il Centro cardiochirurgico d’eccellenza di Padova, ritrova le due oncologhe dell’Istituto Tumori che lo hanno curato – per dir loro della gratitudine – conversa con due infermiere, un’ostetrica e una mamma che si ricorda com’era prima, quando il Servizio Sanitario Nazionale non c’era: figure che definiremmo “ordinarie” della sanità di ieri e di oggi, e che subito ci sembrano straordinarie per impegno e umanità.
Alla ricerca delle radici profonde del SSN, Cirri ritrova poi una donna coraggiosa, Tina Anselmi, ritrova Aldo Aniasi e una Repubblica Partigiana, ci permette di scoprire piccoli grandi esempi dello straordinario Capitale Umano che incarna il valore profondo di questa risorsa pubblica. Ci porta così a ragionare su un patrimonio che appartiene a tutti i cittadini, nessuno escluso: un SSN a lungo dimenticato, dato per scontato, minacciato ma anche difeso strenuamente quando attaccato nelle sue prerogative di servizio pubblico. Riscoperto nel difficile periodo di pandemia. Ma riusciremo a ricordarcelo, dopo?