Pubblicato report della Camera di Commercio di Pordenone e Udine: export in calo
Pordenone – Si conferma particolarmente negativo l’andamento dell’economia nel Pordenonese che soffre, soprattutto sull’estero, dopo due anni di crescita ininterrotta: è ciò che attesta l’indagine congiunturale della Camera di Commercio di Pordenone – Udine che ha raccolto e analizzato il periodo ottobre – dicembre 2019 e le previsioni espresse dagli imprenditori per il primo trimestre 2020.
La cautela espressa nella precedente valutazione (che, si ricorderà, era viziata dalla pausa estiva) lascia ora il passo all’evidenza di un trend che non accenna a risollevarsi e che non tiene ancora conto, ed è questo forse l’elemento di maggiore inquietudine, di eventuali ricadute provocate direttamente o indirettamente dal coronavirus.
«Sì, la situazione desta innegabili preoccupazioni – è il commento del Presidente Giovanni Da Pozzo – sia per il presente, che stiamo interpretando assieme alle associazioni di categoria, sia per il futuro immediato, la cui lettura è in corso nei tavoli di crisi istituiti con la collaborazione delle Istituzioni». Ciò che a mio avviso balza maggiormente agli occhi, aggiunge il Vicepresidente, Giovanni Pavan, sono il pessimismo che serpeggia tra gli imprenditori chiamati a esprimersi in tempi non sospetti sul trimestre in corso, il tonfo del fatturato estero e l’inversione di tendenza del tasso occupazionale. Siamo in una fase estremamente delicata».
Settore manifatturiero
Dopo oltre due anni di dati in crescita, dal secondo trimestre del 2019 il settore sta mostrando chiari segnali di sofferenza. Nel quarto trimestre, in particolare, le variazioni tendenziali (cioè rispetto ad analogo periodo dell’anno precedente) dei principali indicatori sono ancora negative, con la produzione che cala al tasso del -1,5%, il fatturato del -1,7% e il fatturato estero addirittura del -7,5%. Sul versante degli ordinativi si nota una timida crescita degli ordini interni (+0,4%), mentre sono in flessione quelli esteri al tasso del -4,2%.
Per la prima volta dal 2013 anche il livello dell’occupazione assume segno negativo: il tasso di variazione tendenziale è infatti pari a -0,3%.
Nel complesso, per trovare dati altrettanto critici bisogna risalire al 2012.
Rimane su buoni livelli il grado di utilizzo degli impianti che si attesta al 73% e supera l’80% nelle imprese di dimensioni comprese fra 50 e 249 addetti. Risulta sempre significativa, ma in calo rispetto al recente passato, la propensione all’export: la quota di export sul totale fatturato dalle imprese manifatturiere è infatti pari al 36% (contro il 51% osservato un anno fa).
Per quanto riguarda le previsioni per il primo trimestre del 2020 si rileva che la maggioranza degli intervistati si attendono valori stazionari degli indicatori. Da segnalare però una netta prevalenza di imprenditori pessimisti rispetto agli ottimisti: infatti, per produzione e fatturato, la percentuale di coloro che prevedono cali oltre il -2% supera, di circa 10 punti percentuali, quella di chi si attende una crescita oltre il +2%, mentre per gli ordini, sia interni che esteri, tale gap è addirittura pari a 16-17 punti percentuali. Si differenziano le aspettative relative all’occupazione, per la quale oltre l’80% degli intervistati prevede stabilità e il 14% si dimostra ottimista.
Sottosettore legno-arredo: la dinamica del legno-arredo risulta ancora positiva rispetto ad un anno fa, con la produzione che aumenta al tasso del +4,0% e il fatturato complessivo del +1,5%. In controtendenza il dato sul fatturato estero in lieve flessione al tasso del -0,7%. La situazione del portafoglio ordini appare buona, con gli ordini esteri che registrano una crescita pari al +4,2% e quelli interni al +4,0%.
In aumento l’occupazione che sale del +1,2%.
Settore metalmeccanico
Preoccupa invece la performance della metalmeccanica, negativa per il terzo trimestre consecutivo, dopo che tale sottosettore, a partire da inizio 2017, aveva registrato nove trimestri di crescita. In dettaglio: la produzione cala al tasso del -6,8%, il fatturato complessivo del ‑9,2% e quello estero addirittura del -16,0%. La situazione non risulta migliore con riferimento agli ordinativi: infatti gli ordini interni si riducono al tasso del -9,1% e gli ordini esteri del -8,1%. In calo anche l’occupazione al tasso del -1,0%.
Commercio al dettaglio
Per il settore la situazione è di stabilità, infatti il trend delle vendite, negativo negli ultimi tre trimestri, registra una variazione pari a -0,2% (rispetto allo stesso trimestre del 2018). L’andamento è comunque in miglioramento dopo il -2,7% osservato nei primi due trimestri del 2019 e il ‑1,2% del terzo trimestre. Il livello dell’occupazione è in lieve aumento al tasso del +0,7%.
Infine, i prezzi di approvvigionamento e di vendita crescono entrambi, a tassi compresi fra il +1,0% e il +1,4%.
Risulta simile la quota di imprenditori che si attende, nel primo trimestre del 2020, una stabilità delle vendite (44%) e la quota di chi si aspetta vendite in calo di oltre il -2% (42%). Meno numerosi gli ottimisti, solo il 14% degli intervistati, cioè coloro che prevedono un incremento delle vendite superiore al +2%.
Costruzioni
Per un settore che, come noto, ha attraversato anni di fortissima crisi, i segnali di risveglio mostrati nel corso del 2017 e soprattutto del 2018 sono stati una boccata d’ossigeno. Dopo un deludente avvio d’anno, dal terzo trimestre 2019 si è verificato un nuovo miglioramento delle performance. Nel quarto trimestre appare buono l’andamento delle commesse, in crescita del +4,6%, mentre produzione e fatturato sono in aumento a tassi prossimi al +1%.
Torna in area negativa il dato dell’occupazione che dopo due trimestri di crescita evidenzia una flessione al tasso del -1,6%.
Per il primo trimestre del 2020 la percentuale di intervistati che si attende una sostanziale stabilità degli indicatori si attesta fra il 45 e il 55%. Per produzione, fatturato e commesse la quota degli ottimisti (che si aspettano aumenti superiori al +2%) è praticamente uguale a quella dei pessimisti (che si aspettano cali oltre il -2%).
L’occupazione potrebbe registrare una crescita nel prossimo trimestre, visto che il 22% degli intervistati prevede di incrementare il livello di occupazione, mentre il rimanente 78% si aspetta stabilità.