Professore delle superiori accumula 769 giorni di assenza in tre anni scolastici per fare altri lavori
Pordenone – Un professore di scuola superiore, anagraficamente residente in Sicilia, ha accumulato nel corso dei tre anni scolastici, nei quali avrebbe dovuto occupare la cattedra assegnatagli presso un Istituto tecnico di Pordenone, ben 769 giorni di assenza, giustificandoli attraverso la presentazione di certificazioni mediche e/o richieste di congedo parentale
Il fenomeno di assenteismo è stato smascherato dalla Guardia di Finanza di Pordenone, che ha condotto indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Pordenone (sostituto procuratore Federico Facchin), al termine delle quali il docente è stato indagato dalla Procura per truffa ai danni dello Stato e per aver utilizzato certificazioni false.
Le assenze, normativamente previste, sono risultate illegittime, in quanto dalle indagini condotte è emerso come in tali periodi, nei quali il docente risultava assente per malattia o per necessità di fruire di congedi parentali, lo stesso svolgeva attività lavorative retribuite (principalmente consulenze aziendali) a favore di società private e di Enti pubblici.
In tali periodi di assenza “certificata” il professore percepiva, contestualmente, le previste indennità, complessivamente ammontanti a 13.000 euro, a carico dell’I.N.P.S..
Ulteriori approfondimenti investigativi hanno permesso di appurare che per svolgere tali attività di consulenze non solo il professore non aveva ottenuto la preventiva, obbligatoria, autorizzazione dall’Amministrazione di appartenenza, ma aveva altresì omesso di dichiarare, agli Enti e società presso i quali avrebbe svolto la sua attività professionale, di essere dipendente pubblico.
Un ulteriore obbligo disatteso, previsto dalla normativa che disciplina il pubblico impiego (Decreto Legislativo 3 febbraio 1993 n. 29), è stato, inoltre, la comunicazione all’Istituto tecnico pordenonese delle attività svolte presso altri Enti e/o società e, soprattutto, dell’ammontare degli emolumenti percepiti, che, complessivamente ammontavano a circa 97.000 euro.
Il Giudice per le Indagini Preliminari di Pordenone, su richiesta della Procura della Repubblica, ha emesso un provvedimento di sequestro preventivo di 13.000 euro corrispondenti alle indennità (di malattia o per congedo parentale) anticipate dall’Amministrazione di appartenenza, per conto dell’INPS, e illecitamente percepite dal professore. Provvedimento che è stato successivamente confermato anche da parte del Tribunale del Riesame.
Gli esiti delle indagini sono stati trasmessi alla Procura Regionale presso la Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti del Friuli Venezia Giulia per le valutazioni di propria competenza per il danno erariale di complessivi 110.000 euro arrecato all’Amministrazione pubblica, in relazione ad attività extraprofessionali condotte in assenza delle autorizzazioni dell’Amministrazione di appartenenza.
Anche questo risultato di servizio è frutto di una perfetta sinergia tra la Guardia di Finanza e l’Autorità Giudiziaria, sia penale che contabile. Quest’ultima, in particolare, si avvale delle Fiamme Gialle quale “interlocutore preminente” per la conduzione di indagini tese al recupero e alla restituzione alla collettività delle risorse illecitamente sottratte ai bilanci pubblici (e, di conseguenza, a tutti i cittadini).