Prevenire la violenza economica contro le donne: convegno a Pordenone
Pordenone – Si conclude con successo il progetto “Azione di sistema per prevenire la violenza economica contro le donne” rivolto a prevenire la violenza economica contro le donne nel territorio pordenonese.
I risultati del progetto saranno riportati nel corso del convegno finale in programma mercoledì 12 aprile, alle 15, alla sala T. Degan della Biblioteca civica di Pordenone.
In questa occasione, grazie ad interventi autorevoli, si spiegherà l’importanza sempre più rilevante di una diffusa educazione finanziaria intesa come forma di prevenzione individuale, relazionale e collettiva alla quale si accompagnerà una spiegazione del fenomeno della violenza economica di genere.
L’evento si concluderà con la condivisione delle “lezioni apprese” dal progetto e dalle riflessioni delle figure istituzionali delle pari opportunità.
La conferenza che avrà valenza di appuntamento formativo per assistenti sociali (2 crediti) e giornalisti, sarà aperta da Guglielmina Cucci, assessora alle pari opportunità del Comune Pordenone, ente capofila del progetto e da Elisa Marzinotto, servizio coordinamento politiche per la famiglia, Direzione centrale lavoro, formazione, istruzione e famiglia della Regione.
Interverranno poi, Stefano Miani, professore ordinario di Economia degli intermediari finanziari dell’Università di Udine, Anna Campanile per Voce Donna e D.i. Re – Donne in Rete contro la violenza, David Rossi di Fondazione Well Fare Pordenone e Chiara Cristini, ricercatrice Ires Fvg.
A concludere l’evento, Dusy Marcolin, presidente della commissione regionale pari opportunità e presidente Coordinamento nazionale Crpo.
Il convegno sarà moderato dalla giornalista Paola Dalle Molle. Il progetto, finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, è stata realizzato dal Comune di Pordenone con il supporto tecnico di Fondazione Well Fare Pordenone, Voce Donna, Ires Fvg e Ordine dei Giornalisti Fvg.
Le diverse azioni in cui si è articolato il lavoro progettuale comprendono la mappatura delle esperienze esistenti sul territorio, la sperimentazione di un corso di educazione finanziaria e dinamiche di genere tra under 30, l’organizzazione di un corso per giornalisti per diffondere la conoscenza su tale tematica, l’elaborazione di linee guida per prevenire la violenza economica. Molteplici studi hanno evidenziato come in Italia l’alfabetizzazione finanziaria sia molto carente, soprattutto tra i giovani e tra le donne.
Una ricerca Ocse del 2020 posiziona, infatti, registra una posizione di ritardo dell’Italia nel confronto internazionale già rilevata nell’indagine del 2017, nonostante un miglioramento delle conoscenze finanziarie (e a fronte della sostanziale stabilità nei comportamenti e nelle abitudini).
Inoltre il controllo di una donna attraverso il denaro rappresenta una tipologia di violenza, citata dall’articolo 3 della Convenzione di Istanbul, molto difficile da riconoscere e soprattutto da portare a consapevolezza.
I dati di Di.Re-Donne in rete contro la violenza documentano che a subire questa forma di violenza è circa il 35% delle donne ma i dati sommersi fanno pensare a una percentuale maggiore.
Si aggiungono in alcuni casi, la mancanza di un reddito autonomo e a volte anche il divieto di avere un proprio conto corrente perchè quello familiare viene amministrato dal compagno o marito.
Il 17% delle donne che lavorano ad esempio, non possiede un conto in banca. Le donne poi, si occupano meno degli investimenti finanziari e della loro gestione. Infine, in ambito lavorativo, risentono di peggiori condizioni contrattuali: quasi la metà guadagna meno del proprio partner.
L’aspetto legato alla competenza economica e finanziaria si conferma determinante per le scelte di una donna nell’ambito della famiglia e per il raggiungimento della propria autonomia e indipendenza.