Presentato alla cittadinanza il progetto del nuovo penitenziario a San Vito al Tagliamento

San Vito al Tagliamento – Il nuovo carcere di San Vito al Tagliamento sorgerà nell’area dell’ex caserma “Fratelli Dall’Armi”, dismessa da oltre vent’anni, e sarà pronto entro il 2026.

La struttura, che potrà ospitare fino a 300 detenuti, rappresenta un intervento strategico per il sistema carcerario regionale e nazionale e un’importante operazione di rigenerazione urbana.

Il progetto, presentato ufficialmente alla cittadinanza sabato 22 febbraio, prevede la costruzione di cinque nuovi edifici e la ristrutturazione di un fabbricato esistente, per un investimento di circa 60 milioni di euro.

Dopo un sopralluogo presso il cantiere del nuovo carcere, in Auditorium Zotti si è svolta la presentazione ufficiale.

All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, i ministri della Giustizia Carlo Nordio e dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, il viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Vannia Gava, oltre al vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, intervenuto in videocollegamento. Presenti anche il prefetto di Pordenone Michele Lastella, il sindaco di San Vito al Tagliamento Alberto Bernava e i rappresentanti dell’impresa Pizzarotti, che eseguirà i lavori.

L’assessore regionale alle Infrastrutture e territorio Cristina Amirante ha sottolineato il valore strategico dell’opera, evidenziando come il nuovo istituto risponderà alle esigenze del sistema carcerario e, al contempo, contribuirà alla riqualificazione urbana di San Vito al Tagliamento.

L’intervento consentirà inoltre di risolvere il problema del sovraffollamento del carcere di Pordenone, attualmente ospitato nel castello cittadino.

Una volta completato il trasferimento dei detenuti nella nuova struttura, il castello di Pordenone potrà essere restituito alla comunità con una nuova destinazione d’uso.

L’assessore Amirante ha assicurato il sostegno della Regione in questo percorso di recupero, che permetterà di valorizzare un edificio di grande valore storico e integrarlo nel tessuto urbanistico della città.

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