Precisazioni della Procura di Trieste sull’uomo ritrovato morto appeso ad un guardrail
Trieste – La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trieste in un comunicato stampa diffuso lunedì 25 settembre interviene sulla vicenda dell’uomo trovato morto appeso al parapetto della strada sopraelevata alla periferia di Trieste.
Il comunicato stampa, precisa il procuratore Antonio De Nicolo, si è reso necessario “per ridimensionare talune notizie imprecise ed allarmistiche apparse sia sui siti informativi online nella giornata di ieri sia sulla stampa pubblicata oggi inerenti la vicenda”.
La nota informa che nella prima mattinata di ieri domenica 24 settembre era giunta alla Centrale operativa dei Carabinieri una richiesta d’intervento in seguito al ritrovamento di un cadavere sulla Grande Viabilità Triestina, poco prima dello svincolo per Valmaura in direzione Venezia.
La pattuglia dell’Arma dei Carabinieri, giunta immediatamente sul posto, ha appurato l’effettiva presenza di un cadavere appeso al parapetto di protezione posto dietro al guardrail e pendente sulla scarpata sottostante.
Il corpo, appartenente ad un uomo di apparente mezza età, presentava mani e piedi legati ed una benda che copriva buona parte del volto; tale benda era composta da una camicia a maniche corte, arrotolata; la legatura delle mani (che comunque consentiva un’apertura di circa 30 cm fra i palmi delle mani) era stata effettuata con altra camicia a maniche lunghe, a sua volta arrotolata; la legatura dei piedi era stata effettuata invece con nastro adesivo, tratto da un rocchetto rinvenuto abbandonato nei pressi.
L’ispezione del corpo senza vita, immediatamente effettuata, non ha fatto emergere sul corpo alcun segno di tortura né di violenza.
Pertanto sono completamente errate le notizie finora apparse relative a bruciature, lesioni da taglio e traumatismi vari alla testa del deceduto: trattasi invece solo di lesioni post mortem, conseguenti ai fisiologici fenomeni putrefattivi che hanno interessato il cadavere. Gli unici segni rinvenuti sulla salma sono quelli tipici dell’impiccamento.
Il medico legale ha fatto risalire il momento del decesso ad un lasso di tempo non inferiore alle 36-48 ore dal ritrovamento: maggior precisione in merito a tale dato potrà derivare dal deposito del verbale dell’ispezione esterna, eseguita nel pomeriggio di domenica e non ancora acquisita da questo Ufficio, e soprattutto dall’autopsia che il magistrato incaricato delle indagini, Sostituto Procuratore dott.ssa Maddalena Chergia, disporrà quanto prima.
Va sottolineato il fatto che sul corpo sono stati trovati alcuni documenti e fogli, tra cui un certificato datato 10 settembre 2023 rilasciato da un medico della DONK — Humanitarian Medicine, il quale diagnosticava una sindrome ansiosa depressiva e prescriveva la necessità di una visita psichiatrica.
Un ulteriore foglio riguardava la prenotazione per il consumo dei pasti presso la mensa Caritas di Trieste fino al 30 settembre. Infine è stata rinvenuta una denuncia di smarrimento dei propri documenti, e cioè del permesso di soggiorno e della carta di identità rilasciati dalle Autorità belghe nonché del passaporto rilasciato dalla Repubblica Islamica dell’Iran.
Tutta la documentazione era a nome di B.K, nato a Teheran nel 1968, a Trieste senza fissa dimora.