Povertà assoluta in aumento e moria di imprese. Trieste come l’Italia.
La crisi senza fine: oltre 400 negozi persi a Trieste e aumento della povertà assoluta nella popolazione.
Stagnazione economica, crollo dei consumi, crescita del commercio on-line e calo demografico tra le principali cause della lenta e inesorabile emorragia dei negozi a Trieste e in Regione. I dati elaborati da Confcommercio inquadrano una realtà deprimente alla quale sembra che la cittadinanza si sia ormai abituata. Uno dopo l’altro, abbiamo visto abbassare le serrande di marchi storici (Godina, Marchi Gomma, Smolars, Rigutti, Coop, per citarne alcuni) e centinaia di altri piccoli negozi del capoluogo giuliano. E questa volta, almeno, l’emergenza covid non c’entra. La crisi del commercio triestino inizia circa un decennio fa, e per diversi motivi.
L’analisi di Confcommercio
Dal 2012 al 2020 il commercio al dettaglio a Trieste ha registrato una perdita di ben 413 punti vendita, soprattutto nelle periferie (-356) rispetto al centro città (-57). Secondo il presidente di Confcommercio Paoletti le cause sono la stagnazione dei consumi, l’e-commerce (commercio via internet), la grande distribuzione (ad es. i grandi supermercati) e il calo demografico. Cali consistenti in tutti i settori, in primis quelli specializzati in merci varie (-183) assorbiti totalmente dai grandi negozi cinesi.
Meno aziende, meno lavoro, più povertà.
Ma non è solo la piccola e media impresa a spegnersi gradualmente ed inesorabilmente, a Trieste come nel resto d’Italia. Leggendo anche i recentissimi dati Istat (usciti ieri, venerdì) sulla perdita di ricchezza della popolazione, la fotografia è forse ancora più nera: “Un milione in più di persone in povertà assoluta; 720 mila solo nel Nord; totale 6,6 milioni di persone di cui 1,3 sono minori”. Dati che sono in costante peggioramento. Di questo passo, entro un arco di tempo assai breve, il rischio è quello di vedere sempre più famiglie fare le code alla Caritas, alle parrocchie e altre associazioni di sostegno.
Una soluzione per Trieste.
Sebbene la fotografia del futuro, per imprese e cittadinanza, sia piuttosto nera dal punto di vista dello sviluppo economico per i prossimi anni, Trieste può sempre contare sul c.d. “Fondo Trieste” (contenuto nello Statuto speciale della Regione autonoma FVG) presieduto dal Commissario di Governo nella Regione presso la Prefettura di Trieste. La Legge n.514/55 art.70, a tutt’oggi in vigore, all’art.1 parla di “aperture di credito senza alcun limite di somma”. I fondi possono essere impiegati nei settori della Ricerca, dell’Industria, degli Investimenti, dell’Occupazione e dei Lavori Pubblici. L’ultimo bando risale al lontano 2014 ma è oggi che imprenditori e cittadini ne avrebbero disperato bisogno.