Piano sanitario e rapporto pubblico-privato, assemblea dei sindaci con i vertici dell’azienda ASUFC

Si è svolta lunedì 17 marzo l’assemblea dei sindaci afferenti al territorio dell’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale (ASUFC), convocata dal Sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, a seguito della mobilitazione trasversale dei primi cittadini dopo la presentazione del piano attuativo dell’azienda sanitaria.

L’incontro, che ha visto la partecipazione di 87 sindaci su 134 – di cui 65 in presenza e 22 in collegamento da remoto – ha avuto carattere consultivo e ha rappresentato un’importante occasione di confronto. I primi cittadini hanno richiesto chiarimenti sulle modifiche apportate al piano di ASUFC rispetto alla versione approvata lo scorso gennaio e sulle motivazioni che hanno portato alle integrazioni successive.

Nel corso della riunione, i vertici dell’ASUFC hanno fornito delucidazioni sulle variazioni introdotte nel piano attuativo, mentre i sindaci hanno sottolineato la necessità di garantire un servizio sanitario efficiente e accessibile a tutti i cittadini.

Da parte sua l’assessore regionale alla salute Riccardo Riccardi, che ha partecipato alla riunione, ha ribadito l’impegno della Regione nel tenere attivi i servizi: “Il tema – ha detto – è che il Pronto soccorso di Latisana, resta aperto perché si fa ricorso all’esternalizzazione ai medici argentini. Una soluzione che a suo tempo ci ha fatto salire alle cronache nazionali; se poi c’è qualcuno che ha in mente come possiamo reperire diversamente personale medico e infermieristico che vada a lavorare in queste strutture, noi siamo i primi a essere grati rispetto a soluzioni che non siamo ancora riusciti a trovare. In caso contrario, bisogna riconoscere, anche con soddisfazione di chi ha utilizzato quel servizio, e con onestà che allo stato attuale noi siamo stati in grado di garantire un servizio gratuito ai cittadini attraverso l’esternalizzazione: tutto il resto è una narrazione inventata dalla politica”.

Riccardi ha ricordato che pur in una regione come il Friuli Venezia Giulia – in Italia quella con il rapporto più alto di personale infermieristico su mille abitanti – “l’esternalizzazione consente di tenere aperti i servizi, l’alternativa è la chiusura”.

I dati sono stati illustrati più nel dettaglio dal direttore generale di Asufc Danis Caporale. Al 31 dicembre 2024 mancano 272 infermieri: quelli assunti cessati nel 2024 sono stati 75 e a gennaio 2025 se ne sono aggiunti altri 20.

Nell’occasione è stato ribadito che le ricadute a brevissimo termine a Latisana e Spilimbergo, se non si procedesse con l’esternalizzazione, sarebbero la chiusura di posti letto di terapia intensiva, la riduzione di attività chirurgica su ambo le sedi e sia nel contesto di attività programmata sia in regime di urgenza, la riduzione delle presenza di infermieri in Ps a Latisana, dove ci sono già due posti letto di terapia intensiva chiusi.

Commentando l’incontro, il Sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, ha dichiarato: “È stata un’assemblea vera, con momenti di tensione, ma il confronto è essenziale per affrontare i nodi critici. La sanità è il bisogno che più tocca le persone ed è una priorità assoluta per le amministrazioni locali”.

“Dobbiamo lavorare insieme per garantire un servizio pubblico efficiente, evitando scenari di competizione tra pubblico e privato come accaduto in altre regioni. Di fronte al rischio di chiusura di alcuni reparti, è indispensabile trovare soluzioni concrete per rispondere alle difficoltà organizzative delle aziende sanitarie”.

“Per questo – ha concluso – è necessario un patto tra maggioranza e opposizione che assicuri la continuità e la qualità dell’assistenza sanitaria sul territorio”.

L’assemblea si è conclusa con l’impegno a proseguire il dialogo tra istituzioni locali e vertici sanitari per individuare strategie condivise a tutela della salute dei cittadini.

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