Petizione contro l’acciaieria a San Giorgio di Nogaro: il TAR accoglie il ricorso della Danieli

Trieste – Il TAR del Friuli Venezia Giulia ha accolto il ricorso presentato dal gruppo Danieli contro la Regione FVG, che aveva negato all’azienda l’accesso alle liste dei firmatari di una petizione contro la costruzione di un impianto a San Giorgio di Nogaro.

Ne ha dato notizia l’avvocato Carlo Monai, legale dei Comitati “No acciaieria” promotori della petizione. “Il Tar ha accolto il ricorso della Danieli, pur compensando le spese”, ha fatto sapere Monai.

La sentenza è appellabile al Consiglio di Stato entro tre mesi dalla pubblicazione o, se verrà notificata, entro 30 giorni dalla notifica”, ha aggiunto il difensore dei Comitati.

La petizione era stata lanciata dai liberi comitati di cittadini con l’obiettivo di impedire il progetto di costruire un’acciaieria in mezzo alla Laguna di Marano e Grado con la motivazione che l’attività avrebbe rischiato di distruggere un ambiente unico, già profondamente ferito in passato, e di produrre conseguenze non pienamente valutabili sulla salute degli abitanti delle zone limitrofe.

La mobilitazione contro il progetto aveva visto il supporto di diversi amministratori locali, in particolare quelli dei comuni della Riviera, preoccupati per l’impatto ambientale e turistico del progetto. In particolare, il sindaco di Marano Lagunare, Mauro Popesso, aveva espresso il suo dissenso invitando a esplorare la laguna per comprendere le ragioni della contrarietà alla costruzione dell’impianto. Altri sindaci, tra cui alcuni appartenenti a partiti di centrodestra, avevano anch’essi manifestato le proprie riserve.

In seguito la Regione Friuli Venezia Giulia stessa aveva bloccato il progetto della Danieli, che ora ha spostato il programma di espansione produttiva a Piombino.

La sentenza

La sentenza, emessa il 26 settembre 2024 e resa nota in questi giorni, ordina alla Regione di fornire l’elenco dei 21.974 firmatari entro 30 giorni dalla notifica della sentenza.

Nella decisione, il TAR ha stabilito che il documento contenente l’elenco dei sottoscrittori è un documento pubblico e che chi firma una petizione rinuncia alla riservatezza dei propri dati personali.

L’unica eccezione sarebbe se i firmatari potessero dimostrare di essere a rischio di azioni discriminatorie o pressioni indebite, ma il TAR ha ritenuto che tale situazione non fosse presente in questo caso.

Riassunto delle motivazioni della sentenza

Le motivazioni principali della sentenza del TAR del Friuli Venezia Giulia, che ha accolto il ricorso della Danieli, si possono riassumere nei seguenti punti:

  • Natura pubblica del documento: il TAR ha stabilito che l’elenco dei firmatari di una petizione presentata al Consiglio regionale è considerato un documento pubblico. Questo implica che chi firma una petizione rinuncia alla riservatezza dei propri dati personali, rendendoli pubblici.
  • Rinuncia alla privacy: i giudici hanno sottolineato che la sottoscrizione di una petizione comporta una rinuncia esplicita alla protezione dei dati personali, come previsto dall’art. 9, comma 2, lett. e), del Regolamento UE n. 2016/679 (GDPR). Pertanto, i firmatari non possono aspettarsi che le loro informazioni rimangano riservate.
  • Eccezioni alla trasparenza: l’unica eccezione all’accesso ai dati riguarda situazioni in cui i firmatari potrebbero essere esposti a azioni discriminatorie o pressioni indebite a causa dei rapporti con il soggetto denunciato. Tuttavia, il TAR ha ritenuto che tale situazione non fosse presente nel caso specifico.
  • Principi di trasparenza e responsabilità: il tribunale ha enfatizzato che i principi di trasparenza e responsabilità devono prevalere, e non possono giustificare la negazione dell’accesso alle petizioni e ai documenti correlati, salvo situazioni particolari.
Il commento dell’azienda

“In seguito all’accoglimento del ricorso presentato da Danieli al TAR del Friuli Venezia Giulia nei confronti della Regione FVG relativamente alla petizione “No Acciaieria”, esprimiamo la nostra soddisfazione per il riconoscimento delle nostre ragioni. Il Gruppo Danieli potrà dunque verificare la regolarità della raccolta di firme che è stata alla base della decisione della Regione Friuli-Venezia Giulia rispetto all’investimento industriale dei gruppi Metinvest e Danieli a San Giorgio di Nogaro”.

I commenti politici

I consiglieri PD
“La decisione del tribunale amministrativo regionale (Tar), di mettere a disposizione del gruppo Danieli i nominativi della petizione che esprimeva contrarietà alla realizzazione di un mega impianto a ridosso della laguna di Marano, è preoccupante. I cittadini devono restare liberi di esprimersi democraticamente. La Regione, unica responsabile della totale chiusura a un progetto milionario, ora valuti di ricorrere al Consiglio di Stato”.

Lo affermano in una nota i consiglieri regionali del Pd Massimiliano Pozzo, Francesco Martines e Nicola Conficoni commentando la decisione del Tar sul ricorso presentato dal gruppo Danieli contro la Regione Friuli Venezia Giulia, che si era rifiutata di consentire all’azienda di accedere alle liste dei 21.974 firmatari di una petizione presentata il 25 luglio 2023 al Consiglio regionale.

“Il no al progetto è arrivato dal presidente Fedriga e dall’assessore Bini, che dopo avere illuso l’imprenditore sulla fattibilità dell’acciaieria e speso circa 800mila euro per studi ancora da completare, si sono rimangiati tutto senza nemmeno proporre ipotesi alternative. E ora, addirittura parlano di rinaturalizzazione del sito. Un responsabile c’è – concludono i tre consiglieri dem -, il no è arrivato da Fedriga e dal suo assessore, Danieli si rivolga direttamente a loro”.

Il consigliere Furio Honsell (Open Sinistra FVG)
“La decisione del TAR di accogliere il ricorso della Danieli di ottenere i nominativi dei sottoscrittori della petizione al Consiglio Regionale FVG contro l’acciaieria per procedere con “azioni risarcitorie e querele di diffamazione” nei loro confronti, ci lascia molto delusi e preoccupati.

Al di là del fatto che non fu mai dichiarato che la decisione di non sostenere l’iniziativa da parte della Regione dipendesse dalla petizione, riteniamo che lo strumento della petizione venga così profondamente indebolito da questa sentenza. Le dichiarazioni nel ricorso della Danieli sono molto pesanti nei confronti dei cittadini firmatari e renderanno tutti molto più restii ad esprimere il loro pensiero quando andrà in contrasto con un colosso industriale o un altro potentato.

Questa sentenza avrà l’effetto di rendere più debole il diritto democratico di esprimere il proprio dissenso politico nei confronti dell’autorità.

Infine il TAR equipara la petizione ad un esposto, ma sono concetti diversi. Un grazie sincero all’Avvocato Monai autentico difensore dei diritti civili.”

Così si è espresso un Furio Honsell, Consigliere Regionale di Open Sinistra FVG che si era costituito ad opponendum nella causa.

Alleanza Verdi Sinistra – Possibile
“La richiesta di Danieli di conoscere i 21.974 nomi di coloro che hanno firmato la petizione contro la realizzazione di un’acciaieria a S. Giorgio di Nogaro aveva già rappresentato una forte anomalia da parte di una grande multinazionale che vanta un fatturato di oltre 4 miliardi di euro. Probabilmente pensava di avere maggiore consenso circa i suoi piani nella Regione dove ricade l’azienda madre.

La sentenza del Tar, che come tutte le sentenze si accetta ma è passibile di discussione, ha dato ragione alla multinazionale peggiorando ulteriormente il quadro e producendo un indebolimento sia dei diritti politici del cittadino che dello strumento della petizione popolare.

Potenzialmente ora Danieli potrebbe indire cause risarcitorie verso tutti i 21.974 cittadini che hanno difeso strenuamente l’ambiente e il loro territorio da una mega-opera inutile e finalizzata ai meri profitti dei costruttori dell’acciaieria (Danieli) prima e dei suoi proprietari (Metinvest) poi.

Ci auguriamo che non si proceda in questo senso perché si tratterebbe palesemente di una vessazione lesiva della libera manifestazione del pensiero sancito dall’art. 21 della Costituzione e dall’art. 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Alleanza Verdi Sinistra – Possibile è rammaricata dall’esito e ribadisce la propria vicinanza ai cittadini che hanno firmato la petizione”.

 

 

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