Perseguita incessantemente una collega di lavoro, stalker condannato a divieto di avvicinamento

Udine – Gli agenti della Polizia di Stato di Udine, coordinati dalla Procura della Repubblica di Udine, il 20 novembre hanno dato esecuzione all’Ordinanza applicativa della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi da lei abitualmente frequentati, emessa dal GIP del Tribunale di Udine a carico di un uomo di cittadinanza irachena per il reato di atti persecutori commessi nei confronti di una collega di lavoro.

Verso la fine di ottobre, la donna aveva sporto una denuncia per atti persecutori nei confronti di un uomo, collega di lavoro, che si era invaghito di lei e che aveva assunto atteggiamenti morbosi e gelosi diventando persino violento.

Nel tempo, nonostante quest’ultima gli avesse chiaramente detto di non essere in alcun modo interessata non contraccambiando i suoi sentimenti, l’attrazione ossessiva dell’uomo nei confronti della vittima si era intensificata con continui messaggi su WhatsApp, Facebook, Instagram;  invio di video e foto con chiaro riferimento alla sua persona; richieste di cambio turno in relazione alla turnazione della donna; presenza sul posto di lavoro anche fuori dagli orari di servizio; gelosie manifeste nei confronti degli altri colleghi.

Dopo averlo affrontato sul luogo di lavoro, esausta a causa di questi comportamenti, è venuta a conoscenza che il suo interesse per lei era dettato dalla somiglianza con la sua ex compagna.

Nel mese di ottobre si erano verificati alcuni gravi episodi che hanno determinato la vittima a sporgere la denuncia. In una occasione, l’uomo l’aveva rinchiusa all’interno di uno sgabuzzino e l’aveva afferrata per le braccia; solo le sue urla d’aiuto facevano mollare la presa e le permettevano di scappare e raggiungere i colleghi.

In un altro momento di pausa dal lavoro, uno di loro si era posto a difesa della vittima che l’uomo tentava nuovamente di afferrare e ne nasceva una colluttazione.

In un’altra circostanza, la donna veniva scortata a fine turno fino alla sua autovettura da uno dei colleghi di lavoro ma giunta al parcheggio, d’un tratto si ritrovava di fronte proprio il suo persecutore che affiancandosi al veicolo, dal finestrino la minacciava pesantemente, facendo riferimento al possesso di un coltello,  accusandola di  farlo soffrire e  di avergli fatto perdere il lavoro.

La donna, terrorizzata, si vedeva costretta a cambiare abitudini di vita e di lavoro, richiedendo al suo datore di saltare i turni notturni. In preda ad un attacco di panico si recava anche al pronto soccorso dell’ospedale dopo aver visto una diretta Facebook,  postata dall’uomo, che riprendeva il suo luogo di lavoro in concomitanza dell’inizio del turno della stessa.

Visto il susseguirsi dei comportamenti persecutori dell’uomo, la donna, temendo per la propria incolumità  si determinava a sporgere la denuncia; a seguito dell’attività di indagine svolta dalla Polizia si giungeva all’emissione del divieto di avvicinamento.

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