Per quest’anno non si impiegheranno pesticidi sulle viti del Prosecco
Pordenone – La produzione di Prosecco di quest’anno sarà indenne da pesticidi. Lo fa sapere il consigliere regionale del Veneto Andrea Zanoni (Pd) in un incontro tenutosi lunedì 19 giugno a Spilimbergo (Pordenone).
“C’è da tenere gli occhi aperti – ha detto – monitorare quello che farà il Ministero della Salute, ma nella consapevolezza che sono già molti coloro che nel settore vitivinicolo hanno capito che l’utilizzo di pesticidi vietati dall’Ue è la strada sbagliata. Grazie a un allarme lanciato per tempo e che ha coinvolto anche associazioni ambientaliste, possiamo ragionevolmente dire che almeno per questo quest’anno la nostra battaglia contro l’uso del clorpirifos ha avuto successo”.
“Le Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia hanno avanzato domanda di deroga – ha spiegato Zanoni – per l’utilizzo di Clorpirifos e Clorpirifos metile al fine di contrastare l’insetto (lo Scaphoideus titanus o Cicalina, nella foto Wikimedia Commons) che trasmette la flavescenza dorata dannosa per le viti del Prosecco.
Il Ministero della Salute ha fatto il primo passo della procedura prevista, cioè una richiesta di informazioni sull’etichettatura, con risposta da dare entro dieci giorni: scadenza superata da pochi giorni.
Dato che questo insetto compare verso metà giugno e poi ha una ripresa a luglio, sono superati i circa due mesi necessari per mettere in produzione il pesticida.
“Affinché fosse disponibile sul mercato – ha precisato il consigliere regionale dem – il clorpirifos doveva essere messo in produzione almeno ad aprile ma la mobilitazione ha fatto esplodere il caso e la preoccupazione ha toccato anche i produttori, con la Docg, Doc e le più grosse cantine venete che non vogliono impiegare questa sostanza”.
“La ragione – ha sottolineato Zanoni – è anche di tipo economico perché si esporta molto in Paesi come la Gran Bretagna e gli Stati Uniti dove la legislazione per la tutela della salute è molto severe e c’è il rischio che scattino dei meccanismi legali e di opinione pubblica tali da far danno allo stesso export del prosecco”.