Pallacanestro: Alma cardiopalma a Trieste, la seconda gara col Montegranaro termina 80 a 79. Le foto
Trieste – Alma – Montegranaro 80 a 79. Alma cardiopalma, ovvero come farsi venire un infarto, anzi due. Ma il basket è così, parti forte e fai un parziale di 16 a 0, poi cerchi di amministrare e invece, vieni raggiunto e superato (quante palle perse a centrocampo…) e al riposo sei sotto.
Il terzo tempo è da dimenticare e cominci il quarto tempo con un passivo di 5 punti che diventano 9 a otto minuti dalla fine… e qui comincia la depressione con sussulti e rabbia, ma si torna a meno 5, poi Montegranaro avanti ancora e Trieste a rincorrere mentre scorrono i secondi tra errori e magie.
A 5 minuti, Alma è ancora sotto di 6 punti e si pensa al peggio, ai 4 minuti è 67 a 70 per gli ospiti, ai 2 minuti siamo 69 a 75 per Montegranaro, al minuto e 30 secondi ancora sotto (73 a 77 ), poi il recupero dei triestini fino a 40 secondi con Alma avanti di 1 punto (78 a 77), segna Montegranaro e siamo a 19 secondi sotto di un punto, un fallo a favore di Trieste (due tiri liberi) e a 12 secondi siamo 80 a 79… e non vi racconto gli ultimi 12 secondi.
Alma Trieste deve capire che se vuole passare il turno deve assolutamente puntare sui tiri da tre, perchè il possente Amoroso del Montegranaro ha trascinato i suoi con il suo grande fisico e anche con la precisione sui tiri da tre (26 punti per lui), mettendo in forte crisi i giuliani che fortunosamente non hanno perso la testa e sono rimasti calmi, anche quando sembrava finita.
Adesso ci sono gara 3 e 4 fuori casa e Alma Trieste deve cercare di chiudere i conti al massimo a gara 4, perché Montegranaro si è ripreso prontamente dalla batosta di gara 1 e torna a casa con la convinzione che può ribaltare il risultato sfavorevole, se riesce a far valere il maggior fisico che ha rispetto ai giuliani.
Gara 3 può diventare subito il passaggio alle semifinali, ma Alma deve cambiare atteggiamento con gioco sui tiri da 3 punti per tenere lontano la maggiore fisicità degli avversari.
(Testo e foto a cura di Stefano Savini. Tutti i diritti riservati)