Paesaggi emozionali: al via la mostra di Lucia Flego “Humanely connected”
Trieste – Venerdì 16 alle ore 18.30 verrà presentata la mostra di Lucia Flego “Humanely connected” presso Lux Art Gallery, a cura di Elisabetta Bacci.
Il lavoro è principalmente incentrato sull’uomo e potremmo immediatamente pensare, in termini di analisi storico-artistica, al concetto di figura, sebbene in realtà il suo pensiero sia distante da quello che facilmente si identifica con un processo descrittivo ed esteticamente rappresentativo come è ad esempio quello di un ritratto.
L’autrice osserva, più propriamente, l’essere umano non in quanto corpo ma in quanto essere senziente e pensante nelle eterogenee manifestazioni di un sé che si dilata e moltiplica fino a creare la macro espressione collettiva che prende sostanza nell’architettura urbana.
Sappiamo peraltro che l’architettura è stata nei vari periodi storici ispirata alle proporzioni del corpo umano oltre che dalla volontà di inserirsi con equilibrio in un ambiente naturale o/e eventualmente umano, precedentemente esistente.
Spesso, infatti, nei lavori dell’autrice troviamo un percorso che di volta in volta si sviluppa partendo dall’anima o dallo spirito e descrive come questo sentire si estrinseca, manifestandosi nello stile di una persona, di un popolo, di un luogo.
Il percorso può tuttavia cogliere gli aspetti dell’interiorità generando la sua analisi, anche al contrario, dall’osservazione cioè dell’involucro, vestito o paesaggio urbano che sia, come rappresentazione per poi giungere all’invisibile centro.
Partendo dall’abito dà sostanza al contenuto e quindi alla dimensione personale sia culturale e sia spirituale. Nelle sue installazioni Hopedress e Light dress l’abito come astrazione prende il posto del corpo e nel contempo ne esprime una presenza.
Nelle opere fotografiche di grandi dimensioni, esposte in questa mostra, si nota un’alterazione prodotta da un layer monocromatico che mette in contatto ideale metropoli geograficamente lontane fra loro, forse un rimando all’installazione We are all connected che riferisce ed esprime echi sovrannaturali i quali, nella visione dell’autrice, avvolgono tutti gli esseri viventi in una sorta di armonia globale come elementi di un amore universale all’interno del Tutto.
Dall’involucro del singolo l’attenzione si sposta all’involucro dei molti che altro non è se non antropizzazione dello spazio vitale ovvero modificazione attuata dall’uomo su ciò che lo circonda, per mezzo di progetti, superando la specificità comunemente intesa a favore di una concezione più ampia che include il territorio, la città, gli interni e il design, dove il nostro cerchio si chiude [….].
Info: 334 72331216.
[Serenella Dorigo]