“Oylem Goylem” di e con Moni Ovadia stasera e domani al Rossetti
Trieste – Ritorna in scena dopo molti anni al Politeama Rossetti, stasera sabato 3 alle ore 20.30 e domenica 4 alle ore 16 “Oylem Goylem” di e con Moni Ovadia ospite della Stagione di Prosa del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.
Il sistema teatrale italiano ha poca attitudine per il “repertorio”: le pièce si succedono in un costante vortice di novità. È raro che uno spettacolo sia ripreso per molte stagioni e sembra addirittura prodigioso che un titolo accolto trionfalmente nel 1993 sia sulle scene dopo 30 anni, con esito ugualmente entusiasmante. È il caso di “Oylem Goylem” che rivelò il genio di Moni Ovadia e che – ripreso da allora più volte fino ad oggi – continua a divertire, emozionare, incantare un pubblico transgenerazionale.
«È una sorta di immersione totale nella più minoritaria, perseguitata e minacciata delle culture, la cultura ebraica della diaspora e dell’esilio. E più precisamente in quella parte di essa che si esprime attraverso le sonorità infantili, tenere e strazianti di una lingua insieme antichissima e giovanissima come lo yiddish e di una musica che sembra farsi dolcemente carico di tutta la nostalgia, la malinconia e la gaiezza del mondo klezmer e della tradizione degli ebrei dell’Est Europa» scrisse dello spettacolo il critico e poeta Giovanni Raboni.
La lingua, la musica, e la cultura Yiddish, quell’inafferrabile miscuglio di tedesco, ebraico, polacco, russo, ucraino e romeno, la condizione universale dell’Ebreo errante, il suo essere senza patria sempre e comunque, sono infatti al centro di “Oylem Goylem” che alterna brani musicali e canti a storielle, aneddoti, citazioni che la comprovata abilità dell’intrattenitore sa rendere gustosamente vivaci. Ma la curiosità dello spettacolo sta nel fatto di essere interamente dedicato a quella parte della cultura ebraica di cui lo Yiddish è la lingua e il Klezmer la musica.
Moni Ovadia e i suoi musicisti danno vita a una rappresentazione basata sul ritmo, sull’autoironia, sull’alternanza continua di toni e di registri linguistici, dal canto alla musica; una grande carrellata di umorismo e chiacchiere, battute fulminanti e citazioni dotte, scherzi e una musica che fa incontrare il canto liturgico con le sonorità zingare.
Uno spettacolo che “sa di steppa e retrobotteghe, di strade e sinagoghe”. Tutto questo è ciò che Moni Ovadia chiama il “suono dell’esilio, la musica della dispersione”: in una parola della diaspora.
La Moni Ovadia Stage Orchestra si rifà alla tradizione della musica klezmer nell’incrocio di stili, nell’alternanza continua dei toni e degli umori che la pervadono, dal canto dolente e monocorde che fa rivivere il clima di preghiera della sinagoga all’esplosiva festosità di canzoni e ballate composte per le occasioni liete. “Oylem Goylem” è un esempio di come in uno spettacolo di centoventi minuti si possono fondere umorismo e tradizione, intelligenza colta e gusto popolare in una formula linguisticamente internazionale.
Moni Ovadia, oggi è considerato uno dei più prestigiosi e popolari uomini di cultura ed artisti della scena italiana. Il suo teatro musicale, ispirato alla cultura yiddish che ha contribuito a fare conoscere e di cui ha dato una lettura contemporanea, è unico nel suo genere, in Italia ed in Europa. Il suo pubblico abbraccia tutte le generazioni. È anche noto per il suo costante impegno etico e civile a sostegno dei diritti e della pace.
Per biglietti e prenotazioni e per acquistare nuovi abbonamenti si suggerisce di rivolgersi alla Biglietteria del Politeama Rossetti, agli altri consueti punti vendita, o via internet sul sito www.ilrossetti.it. Informazioni anche al numero del Teatro 040.3593511.