Ovovia di Trieste, il Tribunale amministrativo regionale accoglie ricorsi. Le implicazioni per il progetto

Trieste – La sentenza del Tribunale amministrativo regionale (TAR) del Friuli Venezia Giulia emessa nelle scorse settimane ha segnato un punto di svolta nello sviluppo del controverso progetto dell’ovovia di Trieste.

Con una decisione che ha bloccato l’iter autorizzativo, il TAR ha accolto i ricorsi presentati da diverse associazioni ambientaliste, tra cui Lipu, WWF Italia e Legambiente, dichiarando l’intero procedimento lacunoso e impegnando la Regione a riprendere il percorso autorizzativo con le opportune modifiche.

Ricordiamo che si tratta del progetto di due linee funiviarie, la Trieste-Portovecchio-Bovedo e la Bovedo-Opicina. Queste linee sarebbero pensate per il trasporto di persone, cose, animali e biciclette, utilizzando veicoli chiusi a dieci posti.

I ricorrenti hanno contestato che le concessioni per queste ovovie siano state rilasciate prima dell’approvazione della variante al Piano Regolatore, senza un adeguato approfondimento sui vincoli territoriali vigenti. Il TAR ha dato ragione ai ricorrenti, sottolineando che per il rilascio delle concessioni era necessaria una verifica della compatibilità dell’opera con i vincoli urbanistici e paesaggistici esistenti. In particolare, i giudici hanno evidenziato che la ricognizione dei vincoli è stata effettuata solo sulla base di indicazioni generali del Comune, senza un’analisi approfondita.

La sentenza del TAR ha quindi annullato le autorizzazioni precedentemente concesse e ha ordinato il riavvio del procedimento da parte della Regione, che dovrà rivalutare la compatibilità urbanistica dell’opera.

Il TAR ha sottolineato come il progetto richieda una maggiore attenzione alla pianificazione e alla verifica degli impatti, elementi che erano stati oggetto di critiche da parte delle associazioni ricorrenti.

La Regione, ora, si trova di fronte a un bivio: procedere con una nuova verifica che potrebbe portare a significative modifiche del progetto o, in alternativa, considerare l’abbandono definitivo dell’iniziativa.

Reazioni alla sentenza

Le reazioni alla decisione del TAR non si sono fatte attendere e riflettono l’ampiezza del dibattito pubblico che l’ovovia ha suscitato. Le opposizioni politiche hanno accolto con favore la sentenza, interpretandola come una vittoria della trasparenza e della sostenibilità ambientale.

“Oggi celebriamo un’importante vittoria per il nostro territorio – scrive il Comitato No Ovovia in una nota – per il buon senso e per il futuro della nostra città. Il TAR ha accolto le nostre ragioni, accogliendo due dei ricorsi presentati e costringendo l’amministrazione a rivedere le procedure autorizzative”.

“La prossima settimana – fa sapere il Comitato – organizzeremo una conferenza stampa per approfondire le sentenze e le implicazioni, ma intanto ci tenevamo a ringraziare tutti voi, cittadini, tecnici, esperti e associazioni: abbiamo dimostrato che insieme possiamo difendere il nostro patrimonio naturale e urbanistico. Questa sentenza è la prova che un’opposizione informata, determinata e trasparente può fare la differenza”.

Gli aggiornamenti su questo sito web: https://noovovia.it/

Al contrario, il Comune di Trieste ha espresso una posizione differente, sostenendo che l’iter potrebbe comunque proseguire senza ostacoli significativi, nonostante il giudizio del Tribunale.

Le organizzazioni ambientaliste hanno manifestato soddisfazione per la sentenza, vedendola come un riconoscimento dell’importanza della tutela ambientale nella pianificazione urbana. L’impatto dell’opera sul territorio, secondo queste associazioni, richiedeva una valutazione più approfondita per garantire un equilibrio tra sviluppo infrastrutturale e salvaguardia dell’ecosistema locale.

La decisione del TAR evidenzia la complessità delle sfide che accompagnano la realizzazione delle grandi opere. Da un lato, vi è la necessità di sviluppare infrastrutture moderne per sostenere la crescita economica e migliorare i servizi cittadini; dall’altro, emerge l’urgenza di considerare con maggiore attenzione gli aspetti ambientali e urbanistici, che non possono essere messi in secondo piano.

Il futuro dell’ovovia di Trieste resta incerto

La Regione dovrà prendere una decisione: se proseguire con una revisione del progetto o accantonarlo, valutando alternative più rispettose dell’ambiente.

Questo caso è emblematico rispetto ai conflitti che possono presentarsi tra lo sviluppo delle infrastrutture e la sostenibilità ambientale, una questione che sarà sempre più centrale nelle politiche sulle grandi opere dei prossimi anni, non ultimo il ponte sullo Stretto di Messina.

[Immagine di copertina generata da IA]

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