Operazione antiriciclaggio d’arte, carabinieri TPC di Udine sequestrano beni per 1,6 milioni

Udine – I Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Udine, in collaborazione con la Procura di Brescia, hanno concluso nei giorni scorsi un’importante operazione che ha portato al sequestro preventivo di ben 578 opere d’arte per un valore complessivo stimato in oltre 1,6 milioni di euro.

L’indagine, scaturita da segnalazioni sul web e approfondimenti investigativi, ha fatto emergere un quadro complesso di ricettazione e riciclaggio di beni culturali. Due le persone indagate, residenti in provincia di Brescia.

L’inchiesta era stata avviata nel 2020, quando i Carabinieri TPC hanno individuato online un dipinto su rame del XVII secolo raffigurante Santa Caterina da Siena, segnalato come rubato nel 2009 dalla casa di un antiquario in provincia di Perugia. Sebbene l’opera, apparentemente modificata per sfuggire al riconoscimento, non fosse presente nell’abitazione del 40enne bresciano perquisito, essendo stata già venduta a un acquirente in buona fede, la scoperta di una sorprendente quantità di beni d’arte ha acceso i riflettori su una collezione accumulata senza documentazione che ne attestasse la lecita provenienza.

Dai controlli incrociati nella banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, sono emersi dettagli inquietanti: ben 23 dei dipinti trovati erano stati rubati in un arco temporale compreso tra il 1971 e il 2009. Le opere provenivano da abitazioni private, residenze nobiliari e persino da una fondazione bancaria del milanese. Successive indagini patrimoniali hanno rivelato un’incompatibilità tra il tenore di vita degli indagati e il valore della collezione, rafforzando l’ipotesi di reato e portando alla confisca dei beni per sproporzione, in linea con le recenti norme a tutela del patrimonio culturale.

Tra i beni sequestrati figurano 127 dipinti, sculture, orologi antichi, candelabri e specchiere di pregio. Particolare attenzione è stata rivolta a cinque opere di arte moderna attribuite a celebri maestri come Mario Sironi, Renato Guttuso e Michele Cascella, successivamente riconosciute come contraffazioni dalle fondazioni preposte alla tutela degli artisti. La normativa prevede la distruzione di tali falsi per evitare la loro ulteriore circolazione.

Gli oggetti, accuratamente catalogati e valutati da esperti del settore, sono stati trasferiti in un luogo sicuro in attesa delle prossime fasi processuali. Ulteriori accertamenti hanno permesso di rintracciare tre beni rubati in Veneto e Piemonte tra il 1991 e il 2000, rafforzando la rete di collegamenti tra i furti d’arte e il commercio illecito.

Il caso sottolinea l’importanza del lavoro congiunto tra forze dell’ordine e istituzioni culturali per contrastare il traffico illecito di beni artistici e storici. Sebbene le responsabilità degli indagati debbano ancora essere accertate in sede giudiziaria, l’operazione rappresenta un successo significativo nella tutela del patrimonio culturale italiano.

 

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