Omicidio Regeni: Procura di Roma va avanti con richiesta di processo ai militari egiziani

Roma – La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per i quattro appartenenti ai servizi segreti egiziani accusati del sequestro, delle torture e dell’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore italiano trovato privo di vita in Egitto nel febbraio del 2016.

In una nota la Procura di Roma afferma che “nella mattinata odierna, nel procedimento per il sequestro la tortura e l’omicidio di Giulio Regeni, non essendo intervenuto alcun fatto nuovo dopo la notifica dell’avviso di conclusioni delle indagini, ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio negli uffici del Giudice dell’udienza preliminare nei confronti dei quattro cittadini egiziani appartenenti agli apparati di sicurezza”.

I quattro accusati sono il generale Tariq Sabir, i colonnelli Athar Kamel Mohamed Ibrahim e Uhsam Helmi, e il maggiore Magdi Ibrahim Abdelal Sharif.

A Sharif, oltre al sequestro di persona pluriaggravato, sono contestate anche le lesioni personali e l’omicidio del ricercatore friulano. Regeni, secondo la procura, è morto per insufficienza respiratoria acuta proprio a causa delle imponenti lesioni di natura traumatica provocate dalle percosse da parte di Sharif.

L’archiviazione, invece, era stata sollecitata per l’ufficiale Mahmoud Najem, nei cui confronti “non sono stati trovati elementi sufficienti, allo stato, a sostenere l’accusa in giudizio”.

Il ruolo dei servizi segreti egiziani era stato ricostruito minuziosamente dai carabinieri del Ros e dagli agenti della Polizia Anticrimine. Il 10 dicembre 2020 la Procura di Roma aveva chiuso le indagini, notificando l’atto agli avvocati d’ufficio italiani, non essendo mai pervenuta l’elezione di domicilio degli indagati. Poiché non sono intervenuti “fatti nuovi” dopo la notifica dell’avviso di conclusione dell’inchiesta, i magistrati hanno depositato la richiesta di processo negli uffici del giudice dell’udienza preliminare.

Il nodo della notifica

L’udienza preliminare nei confronti dei quattro appartenenti ai servizi segreti egiziani accusati del rapimento, delle torture e della morte di Giulio Regeni protrebbe essere fissata a  maggio. Davanti al giudice si aprirà la questione della mancanza di elezione di domicilio degli imputati che le autorità del Cairo non hanno mai voluto indicare.

Il giudice dovrà, infatti, affrontare questo tema oggetto di rogatoria della Procura di Roma firmata nell’aprile del 2019 e più volte sollecitata nel corso degli incontri con le autorità egiziane. In base all’ordinamento giudiziario italiano infatti, proseguire il procedimento con il rinvio a giudizio non sarebbe possibile se non ci fosse la certezza dell’avvenuta notifica ai quattro accusati egiziani.

Il giudice però potrebbe decidere di procedere ugualmente valutando come elemento decisivo la rilevanza mediatica avuta anche in Egitto della vicenda giudiziaria e dell’indagine con la diffusione dei nomi dei soggetti coinvolti.

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