Occupazione in Friuli Venezia Giulia: nel 2022 le assunzioni sono aumentate del 10%
Trieste – L’Osservatorio regionale sul mercato e le politiche del lavoro ha presentato i dati sull’andamento occupazionale in Friuli Venezia Giulia nel 2022.
L’occasione era data dal convegno “Oltre il mercato: il sistema lavoro in Friuli Venezia Giulia“, che si è tenuto a Trieste nel Palazzo della Regione il 7 febbraio.
A illustrare i numeri è stato Carlos Corvino, responsabile dell’Osservatorio.
I numeri dell’occupazione
Dopo un 2021 in cui il mercato del lavoro è cresciuto notevolmente, complice l’aumento del Pil regionale (+7%), lo scorso anno l’andamento positivo non si è arrestato e, nonostante le difficoltà di reperimento della manodopera, le assunzioni hanno toccato la quota record di 266mila (+10.2% rispetto al 2021).
Le cessazioni nel complesso sono state circa 264mila (+14.9%), mentre le trasformazioni a tempo indeterminato sono state 19.722 (+54.4%). Il saldo comprensivo delle trasformazioni è pari a 21mila unità. Si tratta di un risultato importante, circa 2mila in meno rispetto però ad un 2021 in cui la crescita della domanda di lavoro e delle assunzioni aveva già fatto scattare in avanti lo stock di occupati, soprattutto ma non esclusivamente a termine.
Tre le principali tendenze osservate: l’aumento del lavoro stabile (a partire da fine 2021), delle assunzioni dirette a tempo indeterminato (+13.9%) e delle stabilizzazioni (+54.4%); dopo anni di forte crescita, il rallentamento dell’occupazione femminile; il perdurare del fenomeno delle dimissioni volontarie, cresciute ulteriormente nel corso del 2022 (+14.9%), dopo un +54% rispetto al periodo pre-pandemico.
Il commento dell’assessore Alessia Rosolen
“I dati sull’occupazione in Friuli Venezia Giulia nel 2022 sono decisamente positivi ma i segnali delle prime settimane del 2023 non ci lasciano tranquilli. – Ha detto l’assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen, intervenendo al convegno. – È importante continuare ad analizzare i mutamenti del mercato del lavoro riguardanti l’aumento delle disuguaglianze, la richiesta di determinate competenze e l’impatto dell’intelligenza artificiale che finirà per cambiare profondamente la Pubblica amministrazione e le nostre vite ma anche, come emerso studiando il fenomeno delle cosiddette grandi dimissioni volontarie, le aspirazioni e gli obiettivi delle singole persone e la perdita del potere d’acquisto delle nostre famiglie. Oltre a una transizione digitale e ambientale, stiamo vivendo una vera e propria transizione sociale”.
“Sono in evoluzione tutti i settori interessati al tema del lavoro. Partendo dai temi dell’istruzione e della formazione, che devono interfacciarsi con le reali necessità delle imprese, per arrivare fino al sistema dei servizi sociali. In questo contesto siamo concentrati infatti sia nel mantenere la centralità dei Centri per l’impiego ma anche nell’azione di ampliamento delle collaborazioni con le Agenzie interinali e con tutti le altre realtà che, in modo diretto o indiretto, si occupano di queste tematiche sul territorio”.
“Le dimissioni volontarie – ha precisato Rosolen – non costituiscono una fuga dal lavoro, quanto l’aspirazione ad un miglioramento delle condizioni occupazionali, dal punto di vista dello stipendio, della carriera professionale e della possibilità di conciliare meglio il tempo dedicato alla famiglia e al tempo libero con il tempo dell’impegno lavorativo”.
“Nonostante il calo della popolazione giovanile – il numero di under 30 è oggi inferiore di oltre 33mila unità rispetto a 10 anni fa – tra i fattori particolarmente positivi – ha sottolineato l’assessore – troviamo anche l’occupazione fra i giovani. Soprattutto quella maschile ha segnato infatti un balzo in avanti anche nelle assunzioni a tempo indeterminato e nelle stabilizzazioni”. In conclusione l’assessore Rosolen, ricordando i tanti risultati ottenuti negli ultimi anni, ha voluto ringraziare tutto il personale della Direzione centrale lavoro, formazione, istruzione e famiglia della Regione.