Nuovo capo di imputazione per l’assassino di Giulia Cecchettin, ora rischia l’ergastolo

Venezia – Il procuratore di Venezia, Bruno Cherchi, ha aggiornato la stampa sul procedimento penale contro Filippo Turetta, accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin, avvenuto il 10 novembre 2023.

Cherchi ha precisato che il nuovo capo d’imputazione include l’omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà, efferatezza, sequestro di persona, porto d’armi continuato, occultamento di cadavere e stalking. Turetta, che ha ucciso Giulia “con premeditazione, ferocia e crudeltà”, ora rischia l’ergastolo.

Questa è la sintesi dell’avviso di conclusione delle indagini comunicato dai pubblici ministeri ai difensori di Turetta ed alle parti offese. Il 22enne padovano, incarcerato a Verona dal 25 novembre scorso, si avvia ad affrontare un processo in Corte d’Assise.

La svolta nel caso è arrivata con la contestazione dell’aggravante della premeditazione, basata su “dati oggettivi”, come spiegato dal magistrato. Questa imputazione esclude per l’indagato la possibilità di accedere al rito abbreviato e al patteggiamento.

Secondo gli inquirenti, il 10 novembre 2023, quando Turetta si presentò sotto casa di Giulia con la scusa di un giro al centro commerciale, aveva già pianificato l’omicidio, scegliendo l’arma e il luogo per occultare il corpo, nei pressi del lago di Barcis. Le indagini hanno rivelato che Turetta aveva preparato tutto “almeno dal 7 novembre”, e nelle sue ricerche su internet aveva cercato termini come “nastro isolante, manette, cordame, badile, sacchi neri”.

Giulia reagì con tutte le sue forze all’aggressione, prima nel parcheggio di Vigonovo e poi nella zona industriale di Fossò. Turetta dovette inseguirla, colpendola con ulteriori coltellate, poiché la ragazza stava mettendo a rischio il piano esecutivo dell’omicidio. I pubblici ministeri sostengono che Turetta mantenne fermo il proposito di delinquere per un periodo significativo, aspettando il momento giusto per attuare il suo intento.

Le contestazioni della Procura, frutto delle indagini dei Carabinieri, dell’autopsia e della perizia dei Ris, contrastano con la difesa di Turetta, che aveva dichiarato di aver “perso la testa”. Secondo il procuratore Cherchi, il giovane aveva pianificato nel dettaglio l’omicidio, compreso l’occultamento del cadavere e la fuga.

Turetta aveva tentato di cancellare le tracce delle sue ricerche online, ma gli esperti informatici le hanno recuperate, scoprendo che il giovane si era informato su come legare Giulia e tapparle la bocca. Nelle conclusioni delle indagini, i magistrati affermano che lo studente aveva pianificato tutte le fasi del delitto “almeno dal 7 novembre”, ma ci pensava da molto più tempo.

Il giorno del delitto, Turetta aveva già caricato sulla sua Fiat Punto tutto il necessario per l’omicidio, l’occultamento del corpo e la fuga all’estero. Avrebbe usato due coltelli, uno che era stato ritrovato spezzato nel parcheggio vicino a casa di Giulia a Vigonovo, e l’altro repertato nella sua auto dopo l’arresto in Germania. Non si esclude l’uso di un terzo coltello, poi scomparso, così come non sono stati ritrovati il telefonino e la borsa di Giulia.

L’analisi dell’autopsia ha rivelato che Giulia è stata colpita con ferocia, con solo due delle 75 coltellate risultate mortali. Giulia è stata anche colpita al volto per sfregiarla.

“L’avvocato Stefano Tigani, difensore di Gino Cecchettin, padre di Giulia, ha dichiarato: “Ci prepariamo al processo, dove saremo parte civile, perché Giulia abbia finalmente giustizia”. Restano ancora da chiarire alcuni dettagli dell’inchiesta, come l’ora esatta della morte di Giulia e il numero di coltellate inferte da Turetta.

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