Morto a Trieste il professor Fulvio Camerini, figura eminente di cardiologo ed ex senatore
Trieste – È morto domenica 25 febbraio nella sua casa a Trieste il professor Fulvio Camerini, figura eminente di cardiologo. Aveva 93 anni. Era stato uno dei padri fondatori della cardiologia triestina.
Laureatosi a Padova nel 1949, dopo aver vinto una borsa di studio dell’Organizzazione mondiale della Sanità ha lavorato al National Heart Hospital dell’Oms, per poi proseguire la carriera ad Hammersmith, Uppsala e Stoccolma.
Rientrato in Italia, iniziò la sua attività all’Ospedale Maggiore di Trieste dove nel 1972 diede avvio alle prime attività di cardiochirurgia.
Dal 1971 al 1996 ha diretto la Divisione di Cardiologia degli Ospedali Riuniti di Trieste e poi ha sviluppato studi e ricerche. Importante è stato l’impegno presso la Società europea di Cardiologia.
A fianco all’impegno scientifico, quello politico, con l’elezione al Senato nelle liste dell’Ulivo, nel 1996 (Governi Prodi, D’Alema e Amato).
In Parlamento, fece parte della commissione di inchiesta sul sistema sanitario, ma lavorò anche alle leggi per l’indennizzo dei beni abbandonati e per la tutela della minoranza slovena.
Fu insignito del San Giusto d’oro di Trieste nel 1986.
Questo il ricordo del governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga: “Con la morte di Fulvio Camerini il Friuli Venezia Giulia non perde solamente il padre della cardiologia triestina, ma anche un uomo di grande levatura morale che ha saputo distinguersi sia per la propria professionalità sia per la grande umanità. Voglio quindi porgere a nome della Regione le più sentite condoglianze alla famiglia e a tutti i congiunti”.
La deputata del Pd ed ex governatrice del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani ha espresso così il suo cordoglio: “Siamo rimasti tutti senza un grande padre. Trieste ha un enorme debito di riconoscenza verso quest’uomo che ha avuto il bene comune come pratica quotidiana, la discrezione come abito e la famiglia come amore indistruttibile. Impossibile per me dimenticare una delle prime persone che mi hanno ‘insegnato’ Trieste, il sorriso affettuoso e profondo con cui andava incontro al mondo”.