Manifestazione a Trieste contro il progetto dell’ovovia: il corteo del 25 ottobre. Le foto
Trieste – Si è svolta venerdì 25 ottobre a Trieste una manifestazione molto partecipata – le prime stime parlano di 4000 persone – contro il progetto dell’ovovia. Il corteo, organizzato dal Comitato NO ovovia, è partito alle 17.30 da piazza Oberdan ed è giunto pacificamente in piazza Unità d’Italia raccogliendo via via partecipanti sempre più numerosi, con l’obiettivo di fermare definitivamente la realizzazione del controverso impianto.
“Vogliamo mettere una pietra tombale su questo progetto insostenibile, illegittimo e inutile”, ha dichiarato William Starc, coordinatore del comitato, criticando la mancanza di trasparenza e partecipazione da parte dell’amministrazione comunale.
Molti gli striscioni ed i cartelli, alcuni ironici, molti in triestino, rivolti al sindaco Roberto Dipiazza: “Bye Bye ovovia, Dipi tachite al tram”; “ovovia la grande bugia”; grandi opere e digitalizzazione, più ricatti e devastazione”. …
“Il fiume di persone che oggi ha sfilato per le vie di Trieste era fatto di gente normale, di tutte le estrazioni, cittadini che pensano con la propria testa. Il sindaco Dipiazza si renda conto che sull’ovovia ha preso un granchio enorme e non è solo l’opposizione politica a dirglielo: c’è un flusso d’opinione che nel tempo si è ingrossato e consolidato, un’opinione che deve essere rispettata”. Lo dichiara la segretaria regionale del Pd Fvg Caterina Conti, che si è unita al corteo convocato dal Comitato No Ovovia, contro il progetto della cabinovia che dovrebbe collegare Trieste al Carso.
Il progetto dell’ovovia di Trieste
L’ovovia proposta mira a collegare il Porto Vecchio con l’altopiano del Carso. Il progetto è stato accolto positivamente da una parte della cittadinanza, ma ha suscitato forti critiche da altri, che si sono costituiti in un Comitato denominato “NO ovovia”, che ne evidenzia i potenziali impatti negativi.
Il Comitato sottolinea inoltre la perdita dei fondi PNRR, come confermato dai Ministeri: «Abbiamo avuto un incontro con l’Unità di missione PNRR del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – svela Starc -. Ci hanno confermato che non è più possibile proporre alternative sulla stessa Misura del PNRR che finanziava la cabinovia, perché non c’è tempo, ma che si sarebbe potuto fare gli scorsi anni, a differenza da quando affermato dall’amministrazione».
«Le responsabilità della perdita di questo importante finanziamento – prosegue il presidente del Comitato – sono tutte ascrivibili a chi ci amministra, che non ha voluto proporre un progetto alternativo che rispettasse i criteri di ammissibilità. Fin dall’inizio, infatti, avevamo chiesto un ripensamento, proponendo una valida alternativa. Come ribadito anche dall’ex Sindaco Cosolini, gli uffici comunali disponevano di tutti gli studi propedeutici per tramutarli in progetti, per ampliare il percorso del tram di Opicina e valorizzare con mezzi a servizio del trasporto pubblico la rete ferroviaria esistente. Il Sindaco si è ostinato per volontà politica, nascondendosi dietro una tesi clamorosamente smentita dal Ministero».
«Un fatto di estrema gravità – conclude Starc – , che ha comportato la perdita di un’occasione unica per la città di utilizzare le cospicue risorse PNRR, e le dichiarazioni del Sindaco di voler procedere comunque con fondi governativi sono un’ulteriore mancanza di rispetto nei confronti della cittadinanza».
Cosa dicono i sostenitori dell’ovovia
I promotori del progetto, guidati dall’amministrazione comunale, vedono nell’ovovia un’importante occasione per sviluppare il sistema di trasporto pubblico cittadino. La nuova infrastruttura, secondo i sostenitori, contribuirebbe a migliorare la mobilità urbana, offrendo un mezzo rapido per collegare diverse aree della città e riducendo, seppur in modo limitato, il traffico veicolare durante le ore di punta. Inoltre, viene considerata un’opportunità per valorizzare l’immagine di Trieste come meta turistica innovativa e attrattiva, con un’infrastruttura che permetterebbe di apprezzare il paesaggio tra il mare e il Carso.
Le ragioni del “no” all’ovovia
D’altra parte, i detrattori sottolineano una serie di criticità economiche, ambientali e operative che, a loro avviso, rendono il progetto insostenibile. Il Comitato NO ovovia ha più volte evidenziato i costi elevati di gestione, stimati fino a 100 milioni di euro in 40 anni, un onere pesante per le casse comunali. Si sostiene che tali risorse potrebbero essere investite in progetti alternativi, come il potenziamento della rete ferroviaria o del tram di Opicina.
Un’altra critica significativa riguarda l’impatto ambientale. La costruzione dell’ovovia comporterebbe la distruzione di oltre cinque ettari di bosco protetto dalla normativa europea “Natura 2000”, con conseguenze dannose per la biodiversità e il paesaggio naturale della zona. Questa questione ha allarmato molte associazioni ambientaliste, che temono effetti irreversibili sull’ecosistema locale.
Dal punto di vista pratico, il progetto viene ritenuto poco integrato con la rete di trasporto pubblico esistente. Le stazioni previste per l’ovovia non sarebbero ben collegate con gli altri mezzi di trasporto cittadini, riducendo così la sua utilità per i pendolari e per chi si sposta quotidianamente.
Infine, vi sono preoccupazioni riguardo alla fattibilità tecnica dell’infrastruttura. I detrattori sottolineano i rischi di interruzione del servizio in caso di maltempo, che potrebbe compromettere ulteriormente la sua efficacia come mezzo di trasporto.
Il mancato coinvolgimento dei cittadini
Uno dei punti più contestati del progetto riguarda la scarsa partecipazione attiva della cittadinanza nel processo decisionale.
Secondo il Comitato NO ovovia, il progetto è stato portato avanti senza un’adeguata consultazione della comunità locale, un fatto che ha alimentato sfiducia e malcontento tra i residenti. Il Comitato aveva anche richiesto l’indizione di un referendum per consentire ai cittadini di esprimere la propria opinione, ma questa richiesta è stata ignorata dall’amministrazione comunale, che ha scelto di proseguire senza coinvolgere direttamente la popolazione.
La manifestazione di venerdì 25 ottobre rappresenta, dunque, un momento cruciale per esprimere pubblicamente il dissenso nei confronti di un progetto che, secondo i detrattori, penalizzerebbe la città e le sue risorse.
Il corteo vedrà la partecipazione di volontari, associazioni e comitati locali, tutti uniti dall’obiettivo di fermare l’ovovia e di promuovere una gestione più partecipativa e trasparente delle risorse pubbliche.
(Foto di Serenella Dorigo)