Manifestazione a Monfalcone a favore della libertà religiosa organizzata dalle comunità musulmane
Monfalcone – Circa settemila persone hanno manifestato pacificamente nella mattinata di sabato 23 dicembre per le vie di Monfalcone (Go) a favore della libertà di culto e contro tutte le divisioni sociali, culturali e religiose a Monfalcone.
Lungo il corteo, guidato da un gruppo di giovani donne, spiccavano bandiere tricolori e dell’Unione Europea. Tra i partecipanti, numerosi esponenti islamici presenti provenienti dalle regioni limitrofe ed anche dall’estero.
Toni fermi ma aperti al confronto
Negli interventi degli oratori, toni fermi ma aperti al confronto con la città. L’imam Abdoul Madjid Kinani ha ribadito che la comunità islamica fa parte in tutto e per tutto della cittadinanza e reclama pari diritti: “Qui diamo il nostro contributo per lo sviluppo di Monfalcone. I nostri figli fanno parte del futuro della città. Il sindaco non può confondere politica e religione”.
Bou Konate, presidente onorario del centro “Darus Salaam: “Bisogna che ci sia equità nel gestire la città. Le nostre porte sono aperte per ragionare in modo da avviare processi di miglioramento nei rapporti tra le comunità”.
Presenti esponenti dell’opposizione
Alla manifestazione erano presenti anche alcuni esponenti dell’opposizione, di Legambiente, dell’Anpi e della Cgil.
“Oggi siamo scesi in piazza con i cittadini di Monfalcone, con le associazioni, con la comunità islamica. La grande manifestazione pacifica e ben organizzata dev’essere considerata storica, una pietra miliare di un percorso di convivenza civile”.
Così in una nota si esprime la consigliera regionale Rosaria Capozzi, congiuntamente alla coordinatrice regionale del M5S, Elena Danielis, e quella provinciale di Gorizia, Ilaria Dal Zovo.
“Monfalcone è un importante laboratorio per l’Italia e per l’Europa – aggiunge Capozzi -, merita grande attenzione, non ha bisogno di figure che speculano sulla sua particolare condizione di centro fortemente multietnico per fare campagna elettorale. L’unica misura che garantisce la sicurezza sociale è il rispetto. La politica che sta attuando la sindaca Cisint è pericolosa: è nella contrapposizione sorda che crescono gli integralismi”.
“Siamo tutti monfalconesi – ha detto il consigliere regionale Enrico Bullian di Patto per l’Autonomia /Civica FVG – la manifestazione ha tutto il nostro sostegno perché i diritti costituzionali vanno garantiti a tutte e tutti. Chi lavora e vive in città ha il pieno diritto alla cittadinanza, alla tutela dei diritti, ai servizi, all’adesione alle attività sportive e alla libertà di culto”.
Furio Honsell, consigliere regionale di Open Sinistra Fvg, nel suo intervento dal palco di Monfalcone ha affermato: “È un privilegio rivolgermi a questa piazza gremita di cittadini e cittadine. Vi ringrazio per il benessere che date al nostro Paese con il vostro duro lavoro. Il vostro lavoro in Fincantieri e nel suo indotto è fondamentale per il nostro Pil regionale, per la nostra comunità, che quindi è anche la vostra comunità e quella delle vostre famiglie. Lotteremo insieme per i vostri diritti civili e sociali perché è un onore riconoscervi come concittadini”.
La reazione della sindaca Anna Maria Cisint
“In questa vigilia natalizia – ha dichiarato Cisint in una nota – Monfalcone ha avuto la più evidente dimostrazione della volontà di prevaricazione da parte della comunità musulmana per imporre il proprio modello islamico più integralista.
Da un lato, nel centro cittadino e nei quartieri, la voglia di festeggiare il momento più alto della Natività, momento nel quale si riconoscono i principi cristiani che sono alla base della nostra civiltà, dall’altro una indecorosa protesta basata su presupposti inquietanti, che preoccupano per il loro richiamo all’intolleranza verso l’accettazione dei nostri presupposti di convivenza sociale e legalità”.
“Ai promotori della manifestazione avevo chiesto di avere considerazione per ciò che rappresentano nel nostro Paese questi momenti di festività, che sono espressione di spiritualità e di serenità, e quindi di evitare la forma di protesta scelta, che inevitabilmente si è riflessa sull’ordinaria mobilità cittadina. Si è rifiutato questo invito, così come in precedenza si è rifiutata ogni forma di dialogo e disponibilità da me richiesta negli incontri promossi con i rappresentanti musulmani nella Sala del Consiglio comunale, così come è stata rigettata l’offerta che il parroco dell’oratorio San Michele aveva fatto mettendo a disposizione un luogo per i loro incontri”.
“Da mesi, invece – conclude Cisint – prevalgono gli atteggiamenti di una sfida fondamentalista che assume tratti inaccettabili, allorchè si pone in contrasto con le leggi e le norme italiane che tutti i cittadini sono chiamati a rispettare”.
“Vale per l’attività dei centri islamici non in regola con le prescrizioni urbanistiche e sull’incolumità pubblica, così come per le sopraffazioni che vengono poste in essere contro le donne, sino alle espressioni di violenza che inneggiano al terrorismo palestinese”.