Mafia a Nordest: conclusa la tre giorni “Contromafiecorruzione” organizzata da Libera
Trieste – Si è conclusa domenica 3 febbraio a Trieste l’edizione di Contromafiecorruzione del Nord Est, appuntamento di Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, per accendere i riflettori sul Nord Est in preparazione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie, che si svolgerà il 21 marzo a Padova.
Tre giorni di lavoro, riflessioni e confronto con la partecipazione complessiva di oltre 500 partecipanti da tutta Italia. La proposta di Libera era strutturata in due sessioni plenarie, quattro sessioni centrate su altrettante aree tematiche e otto gruppi di lavoro.
All’ultima giornata dei lavori hanno partecipato Giuseppe Governale, Direttore della Direzione Investigativa Antimafia, Federico Cafiero De Raho, Procuratore Nazionale Antimafia e Luigi Ciotti.
“Nella lotta alla mafia a parole ci sono tutti, ma molte parole sono stanche: abbiamo bisogno di parole vere che si traducono in fatti e concretezza. Lo chiediamo alla politica del Paese, alle amministrazioni e alle istituzioni disposte a collaborare per il bene comune insieme. Abbiamo il dovere di essere un pungolo propositivo, chiaro senza sconti se non viene fatto quello che deve essere fatto per il bene di tutti”.
Così il presidente di Libera, don Luigi Ciotti il quale ha aggiunto che “non basta però chiedere alla politica e alle istituzioni”, “dobbiamo chiedere anche a noi di essere cittadini veri e non a intermittenza a seconda dei momenti e delle situazioni, cittadini che si assumono la propria parte di responsabilità. Il cambiamento ha bisogno del nostro contributo, del nostro metterci in gioco”.
Il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho, ha detto che ”Le mafie hanno un modo insidioso di graduale infiltrazione nei territori in cui si è meno predisposti a cogliere i segnali delle loro presenze”. A Nordest “segnali ce ne sono stati diversi”.
“Oggi le mafie sono sempre più affari e meno territorio – ha spiegato De Raho. – Eppure sono tantissimi i loro appartenenti presenti nel nord Italia. Laddove non sono apparentemente presenti è perché probabilmente non le si è cercate a sufficienza”.
Il procuratore ha portato ad esempio “gli arresti nel maggio 2018 per il deposito fiscale presso il porto di Trieste di tre soggetti pregiudicati sui quali si sta approfondendo il loro legame con la Camorra” e i recenti arresti nell’amministrazione locale ad Aosta: “Pur nell’ambito di una presunzione generale di innocenza di chi è sottoposto a indagini, è certo che ci sono segnali molto forti”.
Il “primo strumento” di contrasto, ha ricordato De Raho, si basa su “cultura, coesione, aggregazione, condivisione consapevolezza di dover far propri i valori della Costituzione, i diritti e il rispetto della dignità umana. Se si crea un circuito favorevole positivo di questo tipo, probabilmente la mafia non avrebbe più il terreno per potersi sviluppare”.
Il direttore della Direzione investigativa Antimafia (Dia), Giuseppe Governale, ha spiegato che la mafia “fa numerosi affari nel Nordest. Li fa soprattutto nell’ambito che le è più congeniale: dove ci sono affari, appunto, dove c’è business, si infiltra come l’acqua. Se trova la possibilità di inserirsi, si inserisce. Le possibilità che la società civile ha di difendersi sono legate allo scudo che riesce a porre a freno di quest’acqua che si infiltra”, come “funzionari che non siano per esempio solleciti alla corruzione”.
Nel corso dell’evento sono stati anche resi noti i risultati del “Rapporto sulla percezione e presenza delle mafie e della corruzione nel Nord-Est”, dal quale risulta una sottovalutazione del fenomeno e la sua scarsa conoscenza.
Sul tema corruzione il 9,3% degli intervistati del Nord Est ritiene la corruzione molto diffusa ma ben il 48,2% ritiene la corruzione poco diffusa o pressochè assente o non sa rispondere.
Il fenomeno mafioso è percepito da quasi tre intervistati su quattro come un fenomeno globale, ciò nonostante per quasi la metà dei rispondenti del Nord- Est (47,3%) la presenza della mafia nella propria zona è marginale.