L’export del Fvg ancora in difficoltà: -19% nel secondo trimestre
FVG – Le vendite estere delle imprese del Friuli Venezia Giulia nel secondo trimestre del 2019 sono state pari a 3,7 miliardi di euro, 871 milioni in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (-19%). Lo rende noto l’Ires Fvg in una rielaborazione di dati Istat del ricercatore Alessandro Russo.
Per la regione si tratta del quarto trimestre consecutivo caratterizzato da una variazione tendenziale negativa, che indica un rallentamento della fase espansiva in atto ormai da diversi anni.
È vero che la contrazione riguarda soprattutto la cantieristica navale, un settore caratterizzato da una forte variabilità dell’export nel tempo e che comunque gode di buona salute, ma per trovare un analogo andamento negativo bisogna tornare al periodo 2012-2013, quando si registrarono 6 trimestri consecutivi di diminuzione in termini tendenziali. Nel 2012 l’export regionale ebbe una battuta d’arresto (quasi 1 miliardo in meno rispetto al 2011) e nel 2013 rimase stabile, per poi riprendere a crescere solo nel 2014.
I risultati, rileva Russo, si inseriscono inoltre in un quadro più ampio di difficoltà dell’economia nazionale e anche regionale, come dimostrano ad esempio i più recenti dati macroeconomici relativi all’andamento del Pil, dell’occupazione e della produzione industriale. Si tratta pertanto di un ulteriore segnale di possibile criticità proveniente dalla domanda estera, che nel recente passato ha avuto un ruolo fondamentale per la ripresa dell’economia regionale.
Se si considerano i primi sei mesi del 2019 l’export regionale ammonta complessivamente a 7,3 miliardi, quasi 1 miliardo in meno rispetto al primo semestre 2018, con una flessione pari a -11,9%. Fvg è l’unica regione del Nordest che nella prima parte di quest’anno mostra un calo delle vendite estere; il Nordest nel suo complesso presenta infatti una variazione positiva (+1,5%), trainato principalmente dall’Emilia-Romagna (+4,7%), mentre la crescita in Veneto (+1,8%) e Trentino-Alto Adige (+2,4%) è stata più contenuta. Anche a livello nazionale si evidenzia un moderato incremento dell’export rispetto al primo semestre 2018 (+2,7%); solo Sicilia (-17,3%), Basilicata (-19,5%) e Calabria (-22%) presentano dei risultati peggiori del Friuli Venezia Giulia.
Nel primo semestre del 2019 si riscontra anche una lieve diminuzione delle importazioni regionali (-1,5%) e una flessione dell’avanzo commerciale (-928,5 milioni di euro, pari a -23,3%), che ammonta comunque a 3 miliardi nei primi sei mesi dell’anno.
Il calo delle esportazioni dipende prevalentemente dalle vendite di navi e imbarcazioni (-1,3 miliardi di euro, pari a -79,2%); ulteriori dinamiche negative si riscontrano nella siderurgia (-81,8 milioni, pari a -4,7%), nelle apparecchiature elettriche (-65,3 milioni, -13,1%) ed elettroniche (-9,7 milioni, -2,5%). Al contrario si rileva un trend decisamente favorevole nell’ambito di alcune importanti comparti di specializzazione dell’economia regionale, come la meccanica strumentale (+12,4%), i mobili (+3,8%), la gomma-plastica (+7,7%) e l’industria alimentare (+7,2%). Al netto delle vendite di navi e imbarcazioni la variazione sarebbe positiva è pari a +4,2% su base annua.
A livello territoriale si osserva un forte calo nella provincia di Gorizia (-71,5%) a causa della dinamica negativa del settore della cantieristica; Udine presenta un incremento pari a +7,8%, grazie soprattutto alle vendite di macchinari, Trieste un aumento pari a +2,9%, Pordenone evidenzia un dato quasi invariato nel tempo (+0,6%).
In merito alle destinazioni geografiche dell’export delle imprese regionali si osserva infine una tenuta dei flussi destinati al mercato interno dell’Unione Europea (+0,7%), in particolare nei Paesi Bassi (+102,2%), in Polonia (+9,7%) e nel Regno Unito (+5,1%). Sono al contrario in calo del 27,8% le esportazioni verso i paesi extracomunitari, prevalentemente gli Stati Uniti (-39,7%), la Svizzera (-83,5%, in entrambi i casi gli andamenti sono condizionati dal settore della cantieristica navale) e la Russia (-30,7%), mentre si può osservare un risultato sicuramente positivo in Cina (+35,2%).