L’emergenza incendi richiede azioni preventive su larga scala: l’appello del sindaco di Monfalcone
Monfalcone (Go) – Mentre è rientrata l’ennesima emergenza incendi sul Carso, il sindaco di Monfalcone Annamaria Cisint esprime la sua forte preoccupazione per un fenomeno che si ripete ogni anno con maggiore frequenza.
Ecco il suo appello pervenuto oggi alle redazioni.
Sabato il nostro territorio è stato nuovamente flagellato da un terribile incendio. Come troppo spesso accade con gli incendi, una misteriosa rassegnazione sembra non spingerci a cercare le cause, come se – una volta terminata l’emergenza – l’incendio non fosse più un tema in primo piano.
La siccità, certo, è la causa concomitante, ma non necessariamente la causa prima. Sintetizzare che l’incendio è avvenuto “a causa” della siccità rischia di risultare una pericolosa semplificazione che allontana dalla verità, limita l’attenzione e non ci mette in una posizione attiva.
Penso fermamente che le nostre comunità abbiano bisogno, oltre che di protezione, di prevenzione. La macchina dei soccorsi, i meravigliosi Vigili del Fuoco, la Forestale, il sistema della Protezione Civile, hanno funzionato in modo encomiabile e il ringraziamento a chi si è posto al servizio di tutti è corale e grande. Ma con gli incendi – per quanto il sistema di mitigazione sia ottimale – un attimo dopo che si sono innescati è sempre troppo tardi.
Cosa possiamo fare oggi per evitare che il nostro territorio e il nostro ambiente siano continuamente a rischio?
Dobbiamo interrogarci urgentemente su questi grandi incendi, sulle potenziali cause di innesco: dobbiamo guardare alle infrastrutture che poggiano sul territorio, alla gestione dei servizi pubblici che ospitano, alla salute dei boschi, e comprendere come e con quali investimenti possiamo limitare i rischi ancora prima dei danni. Perché i danni e i rischi subiti in questo ultimo mese sono enormi e riguardano la salute delle persone, la salute dell’ambiente, la sicurezza di tutti e la nostra economia.
La risposta non sta nelle opinioni, ma nella competenza degli esperti: creiamo urgentemente un contesto nel quale siano i tecnici a portare loro ipotesi e a descrivere le dinamiche che hanno bruciato e rischiano di far bruciare ancora il nostro Carso. Mobilitiamoci con dati scientifici e strumenti tecnici per aggredire il problema e pretendere per i nostri cittadini la miglior prevenzione possibile. (Qui l’indagine satellitare pubblicata nei giorni scorsi, NDR: https://www.ilfriuliveneziagiulia.it/le-aree-degli-incendi-sul-carso-analizzate-dal-satellite-bruciati-oltre-3700-ettari-di-bosco/)
In questi giorni molte persone mi stanno scrivendo: il bosco è fuori controllo per mancanza di manutenzione, le infrastrutture ferroviarie devono essere più sicure, persone dissennate agiscono volontariamente. Affermazioni che mostrano come tutti necessitiamo di una risposta – ma questa risposta, per essere autorevole e utile alla prevenzione, deve essere tecnica. Oggi abbiamo bisogno di una visione chiara, di conoscere profondamente la dinamica e di proporre soluzioni di prevenzione che agendo assieme possano limitare i danni e contenere le conseguenze del fuoco.
Non possiamo permetterci di stare a guardare: l’incendio, ieri, ha fatto sfollare in poche ore migliaia di persone. Non è più tempo di attendere: è tempo di rendere prioritario questo tema, concentrare l’attenzione, dare ai tecnici le risorse e il compito di cercare celermente le migliori risposte. A quel punto sarà compito degli amministratori fare in modo che tutte le azioni necessarie a mitigare il rischio siano operative.
Per saperne di più: il report incendi 2022 di Legambiente