Le iniziative per la Giornata internazionale della donna della Questura di Trieste
Trieste – Martedì 8 marzo, ricorre la Giornata internazionale della donna, in vista della quale la Questura di Trieste ha avviato una serie di iniziative.
Lo scorso 4 marzo è stata presentata la campagna congiunta con la Società Despar FVG contro la violenza di genere, con la messa a punto di un flyer che da sabato 5 marzo viene distribuito alle casse di tutti i punti di vendita diretti della catena (80 nella regione) e dei più importanti negozi affiliati.
Nella giornata di lunedì 7 marzo è stato firmato dal Questore di Trieste, Irene Tittoni e dal Presidente dell’Associazione “Interpares” Onlus, David Daris, il Protocollo “Zeus” – dalla prima delle figure mitologiche simbolo dell’indole violenta ed abusante – già attivo in altre città: l’intesa prevede la messa a disposizione degli uomini maltrattanti di un percorso rieducativo trattamentale finalizzato ad apprendere le corrette modalità di gestione delle emozioni ed a comprendere il disvalore penale e sociale delle condotte tenute.
Sulla base del protocollo, la persona oggetto dell’Ammonimento del Questore per stalking o violenza domestica, in sede di notifica, verrà invitata al primo appuntamento presso l’Associazione “Interpares”, operante in questa provincia, per essere presa in carico e sottoporsi al programma.
La Divisione Anticrimine comunicherà all’Associazione i nominativi dei soggetti ammoniti, attivando così un circolo virtuoso volto a conoscere quanti di essi avranno aderito all’invito ad iniziare il percorso di accompagnamento nelle successive relazioni affettive, con lo scopo di favorirne il recupero e limitare di casi di recidiva.
Nel 2021 sono stati 13 gli Ammonimenti del Questore di Trieste, di cui 3 per atti persecutori e 10, d’iniziativa, per violenza domestica.
Nel triennio 2019-2021 si è registrato, nella provincia di Trieste, il seguente andamento dei reati “spia” della violenza di genere:
- aumento dei maltrattamenti in famiglia (da 131 a 143);
- flessione delle denunce per atti persecutori (da 82 a 59);
- lieve aumento delle denunce per violenza sessuale (da 30 a 37).
In questo contesto, nell’ambito della campagna di prevenzione “Questo non è amore”, diventata progettualità permanente della Polizia di Stato da novembre 2017, la Questura metterà in campo nella giornata di domani in Piazza Unità d’Italia un punto di ascolto e informativo mobile dedicato alla cittadinanza in generale, e in specie alle donne, per diffondere l’importanza di una cultura fondata sulla parità di genere.
Nell’occasione, il personale delle diverse articolazioni impegnate nella materia, distribuirà i dépliants della campagna realizzati dal Servizio Centrale Anticrimine e avrà altresì a disposizione i volantini tradotti nelle lingue diffuse tra le etnie più presenti sul territorio (sloveno, serbo, croato, ucraino, rumeno, albanese, arabo, inglese, spagnolo e portoghese), raccogliendo riflessioni e testimonianze.
Lo scopo è quello di far emergere il sommerso di un fenomeno silente e che, proprio per questo, ha bisogno che la vittima instauri una relazione di fiducia col soccorritore affinché possa trovare il coraggio di raccontare la propria storia.
Il meccanismo della violenza presenta una complessità tale che c’è bisogno di più soggetti in grado di fornire, nell’ambito delle strette competenze, il proprio contributo nell’offrire alle donne in difficoltà un’alternativa possibile.
Per questo, il materiale distribuito reca nel retro i recapiti della “rete” da attivare in caso di necessità: oltre alla Questura, il GOAP (Centro antiviolenza), l’Associazione Interpares, i servizi sociali del Comune, oltre al numero verde nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri 1522.
Sempre nella mattinata di lunedì 7 marzo è stato presentato il video dell’App Youpol della Polizia di Stato – che permette di segnalare oltre a episodi di spaccio, bullismo o altri reati, anche l’essere vittima o testimone di violenza domestica – tradotto nelle lingue più diffuse nelle comunità cittadine (sloveno, croato, serbo e arabo) al fine di divulgare più possibile il messaggio di prevenzione in tutte le culture presenti sul territorio ed aumentare la tutela delle donne a rischio.
Presso il palazzo della Questura infine è stata allestita un’apposita stanza per l’ascolto protetto delle vittime di abusi (Sala Dafne), al fine di offrire loro un setting più riservato, accogliente e confortevole.