Titolari della ristorazione, sport e spettacolo in piazza Unità a Trieste per protestare contro le misure anti Covid

Trieste – In decine di città italiane i lavoratori della ristorazione, dello sport e dello spettacolo hanno invaso le piazze per protestare contro l’ulteriore stretta legata all’ultimo decreto anti-Covid, che prevede, tra l’altro, la chiusura dei locali aperti al pubblico dopo le 18 e lo stop a palestre e attività sportive.

Nella serata di lunedì 26 ottobre, nella grande piazza Unità di Trieste sono scesi centinaia di titolari di bar, ristoranti, pasticcerie, palestre e piscine per manifestare e protestare contro le misure imposte dal Governo. L’ennesimo DPCM che si abbatte su queste categorie, già fortemente penalizzate dai precedenti decreti.

“Vogliamo solamente lavorare!”, hanno gridato disperati e infuriati ai microfoni di fronte ad una piazza gremita. Dopo aver investito somme di denaro in plexiglas, sanificazioni e altri sistemi di protezione contro il virus, ora sono costretti a chiudere di nuovo.

Sono intervenuti in piazza anche il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza e il governatore Massimiliano Fedriga il quale ha ammesso: “Tutte le regioni italiane hanno dato un parere contrario alla chiusura dei ristoranti alle 18, alla chiusura delle palestre e delle piscine. Ma il parere delle regioni non è stato assolutamente ascoltato e nella notte, senza dirci nulla, è stato firmato il Dpcm”.

La manifestazione si è svolta in maniera pacifica e non ci sono stati disordini a parte qualche fumogeno lanciato dai soliti quattro disturbatori, onnipresenti in questi tipi di eventi. C’è stato anche un confronto, aperto e pacifico, tra gli organizzatori e le autorità. Da segnalare, sul finire, un bel gesto da parte di carabinieri e poliziotti che si sono tolti il casco in segno di solidarietà verso le categorie colpite: lo stesso segnale che si è visto anche in altre città d’Italia.

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