La Rugby Udine non ci sta. La risposta alle critiche di Claudio Ballico
Udine – Dopo il successo organizzativo di Italia-Inghilterra Under 20 a Gorizia, a bocce ferme, la Rugby Udine Union Fvg risponde alle critiche sul mancato coinvolgimento del Comitato Regionale della Federugby nella macchina organizzativa. A parlare è Pier Alessandro Asti, attuale membro del
consiglio di amministrazione, ma soprattutto ex giocatore, dirigente e consulente fiscale del club bianconero anche in passato. “La scelta di fare da soli – spiega – senza avvalerci del comitato Fir, non è stata motivata da sfiducia nei confronti dell’istituzione in sé, bensì per una oggettiva incompatibilità della Rugby Udine con l’attuale Presidente Regionale Claudio
Ballico”.
“Mi spiego. Qualcuno ci ha accusato di fare politica, visto che il nostro club durante le ultime elezioni era schierato con la linea del presidente Gavazzi, mentre Ballico e la quasi totalità dei consiglieri appartengono alla corrente opposta, ma le vere motivazioni sono ben altre. Chi ha un po’
di memoria storica, come il sottoscritto, non può non ricordare le gravi problematiche finanziarie e fiscali in cui la Rugby Udine 1946 si è trovata durante la gestione di Ballico e dei suoi collaboratori , negli anni 2011-2013. Infatti in quel periodo il General Manager del club era proprio l’attuale Presidente regionale. I risultati sono stati devastanti per la Rugby Udine. Ne è conseguita infatti la cancellazione del club, che ha dovuto cedere i diritti sportivi ed il patrimonio alla Rugby Udine 1928 (che poi si è fusa nel 2016 con la Leonorso per dare vita all’attuale Rugby Udine Union Fvg srl ssd) ed ha costretto molti soci a mettere mano ai propri patrimoni personali per ripianare i debiti ed evitare guai ancora più gravi”.
“Sebbene si sia sempre dichiarato privo di qualsiasi responsabilità, per un decennio Ballico è stato il vero dominus della società. Ha sempre gestito in via del tutto autonoma ogni situazione decisoria. Nel periodo in cui è stato General Manager il consiglio di fatto era un’entità più formale che sostanziale e anche il Presidente, Luca Diana, aveva più che altro un ruolo di rappresentanza esterna”. Ciò è avvenuto anche in una prima fase della gestione Rugby Udine 1928, sino a che gli è stato chiesto di rinunciare al ruolo di General Manager. “In conclusione la politica e le antipatie personali non c’entrano nulla. Noi riteniamo che Claudio Ballico non possa essere la persona adatta a ricoprire quel ruolo, anche in considerazione delle ragioni di astio personale nei confronti della nostra società che sono apparse evidenti anche dopo la nomina a Presidente. A me aveva garantito che sarebbe stato il Presidente di tutti ed avevo voluto credergli. Di fatto ciò non è accaduto.
Sino ad ora ho taciuto ma gli attacchi alla mia società mi costringono a fare un po’ di chiarezza per chi vuol capire. Se fino ad ora non abbiamo reso palesi le reali motivazioni dell’incompatibilità fra Ballico e Rugby Udine, rimanendo bersaglio di attacchi tanto pretestuosi quanto infondati, a
questo punto pare opportuno renderle note. Siamo costretti, per difenderci dai continui attacchi del Comitato, a rammentare situazioni che forse alcuni avevano creduto dimenticate”.